Il Popolo della Famiglia alza la voce contro la proposta di legge regionale sul suicidio assistito, approvata in commissione Sanità. La PdL 59, che introduce il cosiddetto «suicidio medicalmente assistito», non convince affatto il movimento cattolico.
«Riteniamo che questa proposta sia inaccettabile e pericolosa, poiché mina i fondamenti della vita e della dignità umana. Il suicidio assistito non è una scelta personale, ma una rinuncia alla vita e alla speranza», dichiara Barbara Figus.
Per la leader regionale, «le famiglie e i pazienti hanno bisogno di sostegno e assistenza, non di scorciatoie per farla finita. In Sardegna servono aiuti concreti: più risorse per i nidi, per la maternità, per le cure palliative. Invece la Regione e l'ordine dei medici sembrano più interessati a eliminare i cittadini piuttosto che a garantire loro benessere e futuro. Il giuramento di Ippocrate prevede di salvare vite, non di toglierle».
La Figus parla di un «ennesimo tentativo della sinistra di far diventare un tema delicato come il suicidio assistito una bandiera ideologica per strappare consensi, soprattutto tra chi si sente solo e abbandonato».
«Noi come Popolo della Famiglia – conclude – ci poniamo a custodia del diritto ad essere curati e assistiti dei più deboli e indifesi. Per questo il 17 luglio saremo a Roma, dalle 9.30 alle 12.30 in piazza Vidoni, insieme ad altre realtà prolife come Citizen Go e Militia Christi».