Se oggi a Bruxelles passasse la proposta di unificare i Fondi di Coesione con quelli della Politica Agricola Comune (PAC), la Sardegna rischierebbe un colpo durissimo.
A lanciare l’allarme è il Centro Studi Agricoli, che stima per l’isola una perdita annua di circa 45 milioni di euro. Il presidente Tore Piana non usa mezzi termini: «Siamo più penalizzati dalle scelte politiche europee e italiane che dai dazi. Siamo capaci di farci male da soli. La politica italiana e sarda si fermi e ragioni: questo è il minimo da fare».
Il Centro Studi Agricoli ha scritto all’europarlamentare Marco Falcone per chiedere di opporsi «a questa scellerata decisione della Commissione UE», ottenendo un pieno sostegno.
Nel dettaglio, l’Italia riceve per il periodo 2023–2027 un piano strategico agricolo del valore di circa 26,6 miliardi di euro, interamente coperti dal bilancio UE. Ogni anno, mediamente, circa 5,3 miliardi vengono destinati al settore: 3,52 miliardi per i pagamenti diretti agli agricoltori (primo pilastro) e 1,78 miliardi per lo sviluppo rurale, le misure ambientali, i giovani agricoltori, la gestione del rischio climatico e vari investimenti.
Nel 2025, l’Italia ha incassato una cifra analoga: 5,3 miliardi complessivi, confermando la ripartizione tra pagamenti diretti e sostegni allo sviluppo rurale.
Ma se i fondi PAC venissero accorpati a quelli di coesione, la Sardegna, già penalizzata in altri comparti, potrebbe perdere fino a 45 milioni di euro l’anno, una cifra che inciderebbe pesantemente sul fragile equilibrio dell’agricoltura isolana.
«Una assurdità che ci umilia particolarmente come Regione Autonoma», conclude Piana.
La decisione definitiva potrebbe arrivare già oggi, 16 luglio, quando a Bruxelles si discuterà il bilancio post-2027. Da lì si delineeranno anche gli scenari per le regioni. Per ora, resta un’incognita carica di timori e, purtroppo, di poche certezze.