La sera di Halle, ventiquattro giorni fa, era stata triste e malinconica, anche perché era calata dopo la sera di Roma e la sera di Parigi. Ai più sembrava insopportabile lo zaino pieno di pietre piombato sulle spalle di Jannik Sinner, come se, condannato a vincere dalla sua straordinaria grandezza, egli non potesse mai perdere, soprattutto agli occhi dei poveri di spirito sempre pronti a sputare sentenze, rotolandosi nella frustrante dimensione della loro mediocrità. Eppure, Londra è arrivata proprio dopo Roma, dopo Parigi, dopo Halle: senza dirlo a nessuno, in cuor suo il primo a sapere che avrebbe lasciato quello zaino sull'erba di Wimbledon era stato proprio lui, il Numero Uno, la Volpe Rossa che in “Church Road” ha conquistato il re di Spagna e la futura regina d'Inghilterra. Regale, d'altronde, è stato il trionfo su Alcaraz, per il modo e per lo stile con i quali l'ha firmato, in un match già consegnato alla storia del tennis, così come lo era stato la maratona del Roland Garros. Del resto, basta riascoltare le parole di Jannik scandire “Polvere e Gloria” con Andrea Bocelli per capire dove affondi le radici la Montagna Altoatesina che il Grande di Spagna non è riuscito a scalare. "Nella nostra vita/ Ci saranno sempre tante prime volte/ Tutto quello che devi fare è/ Essere te stesso/ Una linea sottile sottile trasforma la polvere in gloria/ E ogni gesto veloce che fa la tua mano è già storia/ Quanta fatica per giungere là dove sei/ (Se lavori salirai più in alto)/ Ma ti accompagna il coraggio e non ti arrendi mai/ (Chi lavora è quello che ha talento)/ Il talento non esiste/ Deve essere guadagnato/ Cerco sempre di migliorare e capire cosa posso fare meglio/ Sii te stesso/ Io conosco il coraggio e la forza che hai". È tutto così felicemente chiaro, didascalico, educativo in ciò che si rivela celebrando questa meraviglia che fa impazzire l'Italia. Rende Jannik l'Asso di tutti, anche se, dopo Halle, ammoniva un post sulla pagina Facebook by Sinner Fan Club: "Quando vinci sei di tutti, quando perdi sei di chi ti ama". Ed è vero, come avvertiva Enzo Ferrari,che gli italiani perdonano ogni cosa, tranne il successo, ma il primo italiano a vincere a Wimbledon cambia la storia perché domenica 13 luglio 2025 la storia l'ha fatta lui.