L’acqua è vita, e oggi la vita sembra fuggire dalle mani degli agricoltori del nord-ovest Sardegna. I numeri sono spietati: il bacino del Cuga, una volta ricchezza per migliaia di ettari coltivati, è ridotto a un misero 40% della sua capacità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non è un errore, è la cruda realtà. A monte, la diga di Villanova Monteleone offre un quadro altrettanto desolante, con livelli quasi dimezzati. In questo scenario, si staglia la figura dell’agricoltore, impotente e tradito, che guarda i suoi campi arsi senza poter programmare semine, senza poter firmare contratti per le sementi, senza poter lavorare.
Il Centro Studi Agricoli, con il suo presidente Tore Piana e il vicepresidente Stefano Ruggiu, alza il tono della denuncia. I due leader non esitano a chiamare in causa responsabilità precise. Perché le acque reflue del depuratore di Sassari non vengono utilizzate? Sono state investite risorse enormi per i lavori, eppure nulla si muove. Nulla. Anni di attese, milioni spesi, e gli ettari irrigui restano abbandonati.
Gli agricoltori non possono aspettare la pioggia come mendicanti in un deserto. La situazione odierna richiede una risposta immediata, un atto di volontà politica che restituisca al bacino del Cuga la sua funzione primaria: servire l’agricoltura.
In questo stato di emergenza, il Centro Studi Agricoli avanza proposte precise, senza mezzi termini: utilizzare le acque reflue depurate, destinare il Cuga esclusivamente agli usi agricoli, e approvare un piano straordinario per ridurre le perdite d’acqua delle condotte.
La domanda risuona come un'accusa: dov’è la Regione? Quali sono le azioni che l’assessore all’Agricoltura, Valeria Satta, intende adottare? Le risposte si attendono con impazienza e con rabbia, perché il tempo non aspetta.
Il danno stimato, qualora non si intervenga con decisione, supera i 10 milioni di euro. Non è un’ipotesi lontana; è una minaccia concreta che grava su una comunità di lavoratori e sulla stessa economia regionale. Venerdì, durante una riunione convocata dal Consorzio di Bonifica, si discuterà del tema. Ma discutere non basta più. Il tempo delle parole è finito. È l’ora di agire.