Alghero: Langella critica lo stato del lungomare. «Altro che passeggiata, è un percorso a ostacoli»

Con una nota inviata alla stampa, Gianfranco Langella, esponente della DDI – Destra Democratica Italiana, interviene sullo stato di abbandono del lungomare di Alghero, sollevando una serie di osservazioni puntuali e amare: dalla pavimentazione dissestata alla mancanza di illuminazione, dalle aiuole vuote alle discese a mare transennate. Di seguito il testo integrale, rivisto per correggere solo refusi e errori formali.

Una passeggiata nella mia città...

Ad Alghero, tra noi cittadini algheresi, l’invito: “ens veiem a la passejada”, ossia “ci vediamo alla passeggiata”, è un classico. Sì, ma quale passeggiata? Quella dei bastioni Magellano o Pigafetta, oppure Marco Polo o Colombo? In realtà, come tutti sappiamo, ci sarebbero anche quelle del lungomare Valencia e il lungomare Dante. Già, proprio il nome del Sommo Poeta che con i grandi viaggiatori ha poco a che fare. Ma non è questo il problema.

Il vero problema è che chiamare “passeggiata” questi ultimi tratti del nostro splendido affaccio sul mare è ormai, per usare un eufemismo, un atto di carità. Siamo sinceri, e credo che in molti siano d’accordo con me: si tratta piuttosto di un vero e proprio percorso a ostacoli. Come si può godere del nostro invidiabile panorama se, a ogni passo, si rischia di inciampare in una pavimentazione dissestata, dove ogni mattonella sembra diversa – in peggio – da quella accanto?

Come puoi camminare serenamente quando i tavolini dei locali costringono i pedoni a invadere la pista ciclabile, con il rischio continuo di essere investiti da chi sfreccia su due ruote a colpi di campanello? Davanti a Villa Mosca, le aiuole sono da svariati anni desolatamente vuote e quindi inutili. Sul lungomare Valencia, ogni mattina, diversi cassonetti colorati fanno bella mostra di sé di fronte all’ingresso di uno dei più importanti hotel della città, quasi fosse un cartello di benvenuto. Più avanti, su aiuole di pochissimi metri quadri, sono stati piantati alberi (phitolacche) che, come ampiamente prevedibile, a causa della loro notevole crescita – soprattutto in larghezza – stanno compromettendo tutta la già ridotta pavimentazione e l’asfalto circostante. E i “frutti” di questa scellerata intuizione li vedremo presto. (Fenomeni!)

Non si capisce, tra l’altro, perché alcune aiuole ben più capienti, che un tempo ospitavano proprio le phitolacche sul lungomare Dante, siano rimaste desolatamente vuote. E che dire delle discese a mare? Molte sono ancora transennate, mentre per le altre, in teoria accessibili, stendiamo un velo pietoso circa l’igiene e la cura di cui avrebbero sempre bisogno (dimenticate!) Le panchine? Poche, spesso mal posizionate. Ho visto fioriere-panchine abbandonate a ridosso dell’Alberghiero, molte altre si trovano sul margine della strada che attraversa la passeggiata. Certamente avranno più senso quando, Deu vulgui, quella strada – con grande gioia di tutti – sparirà.

E che dire dell’illuminazione? Perché alcuni lampioni emanano luce normale e altri invece luce da obitorio? Provate a guardarvi intorno poco prima dell’Arcafè: manca da sempre un lampione. Basta controllare lo spazio tra un palo e l’altro e subito ve ne accorgerete.

Dulcis in fundo, la vergogna dell’ex discoteca sul mare. Fatiscente, pericolosa, mai ristrutturata. Uno scempio visivo e strutturale nel cuore della passeggiata che, se – come si dice – dovrebbe essere ristrutturata, meriterebbe ben altra cornice che non quella attuale.

Oggi, troppi in città si riempiono la bocca di parole come decoro e bellezza, soprattutto “nell’interesse dei cittadini algheresi”. Ma nessuno, negli ultimi anni – ne sono certo – ha speso una parola su quello che si dovrebbe fare per il naturale e necessario completamento di un progetto in parte attuato e mai completato, a favore di uno dei più belli e affascinanti, ma nel contempo trascurati, lungomare d’Italia.

Dunque, che si fa? Vogliamo davvero questo salto di qualità, o continueremo a subire le critiche – giuste e dolorose – che ci piovono addosso? Cari amministratori della città, mi sa che anche a voi, ogni tanto, una passeggiata con occhio critico ma anche amorevole per la nostra e vostra città, vi farebbe molto bene.

Quant d’anys més tenim d’esperar?

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