In data di ieri, 24/03/22, gli scriventi hanno appreso da comunicazione ufficiale del Tribunale di
Cagliari che la P.M. dott.ssa Rossella Spano ha richiesto il rinvio a giudizio dell’amministratore
delegato della società RWM Italia SPA, Fabio Sgarzi, del responsabile aziendale per la funzione
Fabbricati Lavori e Impianti e di tre tecnici incaricati dall’azienda di redigere progetti e relazioni e
di seguire le pratiche relative ai piani di ampliamento della fabbrica di esplosivi ed ordigni militari
che si trova nei comuni di Domusnovas e Iglesias, negli anni 2017 – 2019.
Inoltre, la Procura chiede il rinvio a giudizio dei dirigenti responsabili degli uffici SUAPE (Sportello
Unico Attività Produttive) dei comuni di Domusnovas e Iglesias oltre ad altri due funzionari dei
medesimi uffici, che negli anni 2017 – 2019 hanno seguito le pratiche relative agli ampliamenti
dello stabilimento RWM.
La lista delle contestazioni è lunga, sono elencate 30 violazioni tutte relative a interventi richiesti,
approvati e infine realizzati nel contesto dei piani di ampliamento dello stabilimento RWM.
L’Udienza Preliminare è fissata per il 29 giugno 2022 con il GUP Manuela Anzani.
L’inchiesta ha preso le mosse da una serie di esposti presentati da associazioni, comitati e da
singoli cittadini, tra il 2018 e il 2019, nei quali si denunciava il fatto che i lavori di ampliamento
dello stabilimento RWM stessero procedendo in violazione di numerose norme urbanistiche,
ambientali e di tutela della salute e della sicurezza della popolazione.
La Procura ha quindi provveduto ad acquisire la documentazione presente negli uffici comunali,
provinciali, regionali e presso la Soprintendenza BBCC e la Prefettura di Cagliari, e in tal modo, non
solo ha riscontrato numerose prove delle violazioni segnalate nei ricorsi, ma ha anche potuto
rilevare un buon numero di altre violazioni.
La tipologia degli abusi e delle violazioni contestate è molto varia: si va dalle attività di scavo e
sbancamento non consentite per decine di migliaia di metri cubi, senza verifica delle soglie di
contaminazione delle sostanze inquinanti, senza la necessaria relazione geotecnica e con
trattamento scorretto delle terre di scavo, alla mancanza delle necessarie verifiche per il controllo
degli incendi, al rilascio di autorizzazioni irregolari per realizzare costruzioni in assenza di una
progettazione adeguata (mancano i calcoli per le strutture in cemento armato, la relazione
geologica, il parere dei vigili del fuoco). Sono state inoltre autorizzate variazioni di destinazione
d’uso di fabbricati, destinati a diventare depositi, anche di materiali pericolosi, con procedure
semplificate e irregolari, senza le necessarie autorizzazioni dei Vigili del Fuoco e l’adeguamento
della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e della successiva AUA.
A tutti gli indagati viene contestato il reato di falso: ai dirigenti e ai tecnici dell’azienda per aver
presentato progetti e richieste di autorizzazioni omissive e irregolari, e ai funzionari comunali per
averle accettate e dichiarate complete ed adeguate.
Gli abusi non riguardano solo le autorizzazioni già oggetto di ricorso e annullate lo scorso
novembre dalla sentenza del Consiglio di Stato: quelle per la realizzazione del nuovo poligono per
test esplosivi (denominato “Campo Prove R140”) e dei nuovi reparti “R200” ed “R210” per la
fabbricazione degli esplosivi PBX-colabili e il caricamento dei rispettivi ordigni. La Procura ha
rilevato abusi e violazioni di norme anche in innumerevoli altri interventi che fanno parte del piano
di ampliamento: Locali per uffici e sosta degli operai “E208” ed “E209”, ampliamento del piazzale
d’ingresso dello stabilimento, ristrutturazione dei reparti “R4a”, “R39b”, “D39a”, “D39c”,
“D39e”,“D39f”,“D39g”, “R4b”, etc.
Il quadro che emerge dal lavoro della Procura è desolante: come abbiamo più volte denunciato la
società RWM Italia SPA, negli ultimi anni, ha portato avanti il suo imponente piano di ampliamento
della sua fabbrica di esplosivi e ordigni, violando sistematicamente la normativa urbanistica e
quella per al tutela della salute e dell’ambiente.
Finalmente l’inchiesta della Procura inizia a gettare un po’ di luce su questa situazione scandalosa
e inaccettabile e demolisce completamente la narrazione di un’azienda che opera nel rispetto
delle leggi e del territorio e della sicurezza delle proprie maestranze.
Al di la dei reati contestati ai vertici di RWM e ai funzionari comunali, va sollevato il tema delle
responsabilità politiche degli amministratori comunali e regionali: i responsabili politici non
potevano non sapere, anche perché da anni informiamo, documentiamo e contestiamo le
discutibili modalità di gestione delle pratiche autorizzative rilasciate per l’ampliamento della
fabbrica delle bombe della RWM. Sino ad oggi i responsabili politici e gli stessi sindacati
confederali si sono ostinati a negare queste palesi violazioni e a difendere l’indifendibile, da oggi
sarà più difficile per loro continuare a negare l’evidenza.
È un importante risultato anche per tutte le organizzazioni, i gruppi e i singoli che con
determinazione in questi anni si sono spesi senza risparmio in questa vertenza e che sono in parte
menzionati tra le parti offese, e che dunque avranno la possibilità di prendere parte al processo.
Assieme alla Regione Sardegna e ai comuni di Domusnovas e Iglesias risultano infatti tra le
“persone offese” anche: Italia Nostra ONLUS, Movimento Nonviolento, Unione Sindacale di Base
Cagliari, Cagliari Social Forum, Confederazione Sindacale Sarda, Assotziu Consumadoris Sardigna,
Associazione Centro Sperimentale Autosviluppo, Comitato Riconversione RWM.
È probabile che il provvedimento rappresenti soltanto una parte di una inchiesta più ampia, visto
che dal 2019 fino allo scorso mese di febbraio le scriventi Associazioni hanno proseguito nella loro
attività segnalando alla Procura numerose altre ipotesi di trasgressione alle leggi e alle norme
vigenti.
Il cammino è ancora lungo ma un altro passo importante è stato fatto!