Porto Torres, nasce la Comunità Energetica di Torres: “Indipendenza e futuro, partendo dal basso”

Nel Paese dove si discute di transizione energetica nei palazzi, ma la bolletta continua ad arrivare puntuale e salata, c’è chi ha deciso di fare sul serio, mettendo da parte le promesse e costruendo – impianto dopo impianto – una comunità vera, fondata non sulla retorica, ma sull’elettricità condivisa. È la Comunità Energetica di Torres, presentata ieri al Museo del Porto davanti alle principali autorità del territorio: il presidente del Consiglio comunale Franco Satta, il vicesindaco Alessandro Carta, il neoassessore Claudio Piras, numerosi consiglieri comunali e il sindaco di Sorso, Fabrizio Demelas.

A moderare l’incontro, con garbo e competenza, è stato Gavino Gaspa, volto noto dell’associazionismo sardo, che ha aperto i lavori con i saluti istituzionali. Poi la parola è passata a Gavino Guiso, presidente dell’Associazione Elettrica Sarda, promotrice della CER, che ha messo sul tavolo obiettivi chiari e un modello ormai collaudato: “La costruzione di un gruppo di produzione e consumo in grado di incidere in modo tangibile sul costo dell’energia in bolletta, diventando un attore protagonista del mercato energetico”.

L’Associazione – ha ricordato Guiso – conta oggi trenta Comunità Energetiche Rinnovabili attive in tutta la Sardegna, e si presenta online con un dominio che è tutto un programma: www.indipendenzaenergetica.com. L’obiettivo non è solo ambientale, ma anche economico e culturale: costruire un’alternativa sostenibile a un sistema ormai obsoleto.

Guiso ha poi mostrato i primi risultati, utilizzando i dati ufficiali del GSE: incentivi, valorizzazioni e ritiro dedicato, a partire dal primo impianto attivo da agosto 2024. Ma l’aspetto più rilevante è stato il tono degli interventi dal territorio. A partire da Maurizio Zolesi, imprenditore nel settore della Distribuzione Organizzata, che ha sottolineato: “Il clima di fiducia e collaborazione ha permesso alla CER di nascere e funzionare con risultati tangibili sul piano economico”.

A lui ha fatto eco Massimo Pintus, operatore del terzo settore e ristoratore, che ha posto l’accento su un valore più ampio: “Le relazioni generano benefici non solo economici, ma anche ambientali e sociali”.

Entrambi hanno ribadito di aver aderito “senza riserve, dal primo minuto”, riconoscendo all’Associazione Elettrica Sarda una capacità concreta di realizzazione.

Tra gli interventi più apprezzati, quello del professor Giuseppe Alesso, presidente dell’Associazione Tuteliamo il Golfo dell’Asinara, che ha puntato il dito sul carbone e l’incidenza sui tumori, affermando con chiarezza: “Occorre accelerare la transizione verso una produzione 100% verde”.

A sostenere, anche se a distanza, il progetto vi erano anche la Fondazione dell’Istituto Tecnologico Superiore Academy Energia Sardegna, Sardex Spa – con il suo sistema di pagamento a moneta complementare – e CONFAPI Turismo, impossibilitata a partecipare per impegni istituzionali a Roma. Assente anche Renato Orrù, responsabile per lo sviluppo locale dell’AES, per motivi associativi.

Molte le domande arrivate dal pubblico: come si entra nella Comunità, come si installano nuovi impianti, quando arriverà la colonnina di ricarica a servizio della CER. Domande semplici, ma fondamentali. Perché l’energia, per una volta, non è rimasta nei grafici, ma è scesa in sala, tra le mani e le voci della gente.

La Comunità Energetica di Torres, che abbraccia anche porzioni di Sorso e Sassari, è una realtà viva, pronta a crescere e ad accogliere nuovi membri. E a fine serata, Guiso ha voluto ringraziare pubblicamente: “L’amministrazione comunale per la sensibilità riservata all’iniziativa”.

Forse sarà l’inizio di una rivoluzione silenziosa. Ma concreta. Fatta non di ideologie, ma di pannelli fotovoltaici, relazioni e bollette meno salate. Una piccola Sardegna che produce, consuma e decide. E, stavolta, senza aspettare ordini da Roma.

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