Il sospetto era emerso nei giorni scorsi, ma ora è arrivata la conferma ufficiale: la Lumpy Skin Disease (LSD), o dermatite nodulare contagiosa, ha fatto la sua comparsa in un allevamento bovino della Sardegna. La diagnosi è stata validata nella tarda serata di venerdì 21 giugno dai laboratori nazionali di riferimento. Si tratta del primo caso accertato non solo sull’Isola, ma sull’intero territorio nazionale.
«L’assessorato alla Sanità si è immediatamente attivato, con il solo sospetto di un singolo animale, prima ancora che ci fosse la conferma diagnostica dai laboratori di Teramo», ha dichiarato l’assessore Armando Bartolazzi, sottolineando l’intervento tempestivo della Regione.
La malattia virale, che colpisce bovini e bufali causando febbre, noduli cutanei, perdita di peso e di produzione di latte, non è trasmissibile all’uomo, ma rappresenta un grave rischio economico per il comparto zootecnico. Le conseguenze – ha ricordato Bartolazzi – possono essere rilevanti anche per il commercio, a causa delle restrizioni sanitarie imposte per legge.
«È fondamentale agire con la massima tempestività e rigore per contenere la diffusione di questa patologia. Nel contesto della normativa europea sulla sanità animale, la malattia è categorizzata come malattia di categoria A, ovvero malattie elencate che normalmente non si manifestano nell’Unione Europea e per le quali, una volta rilevate, devono essere adottate immediatamente misure di eradicazione», ha aggiunto l’assessore.
Le autorità sanitarie regionali hanno subito attivato tutte le misure previste dai protocolli nazionali ed europei per il contenimento dei focolai, comprese le indagini epidemiologiche per risalire alla possibile origine del contagio.
«La collaborazione di tutti gli allevatori è cruciale in questo momento», ha concluso Bartolazzi, lanciando un appello al senso di responsabilità degli operatori del settore. L’Assessorato ha infatti diffuso una serie di raccomandazioni per la prevenzione:
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Rafforzare la biosicurezza aziendale, limitando accessi esterni e sanificando mezzi e attrezzature;
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Monitorare quotidianamente lo stato di salute degli animali e segnalare tempestivamente ogni sintomo sospetto ai Servizi Veterinari delle ASL competenti;
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Controllare la presenza di insetti vettori (mosche, zanzare, zecche) tramite insetticidi e rimozione dei ristagni d’acqua;
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Mantenere aggiornate tutte le registrazioni relative ai movimenti degli animali.
Ulteriori comunicazioni verranno diffuse non appena saranno disponibili nuovi elementi. La Regione richiama tutti gli operatori alla massima vigilanza e collaborazione per difendere un comparto, quello zootecnico, che rappresenta un pilastro dell’economia sarda.