Burcei, giugno 2025 – A quasi 400 metri di quota, in un territorio che pare scolpito dal granito e dalla fatica, l’acqua non è soltanto una risorsa: è una conquista quotidiana. Chi vive tra i crinali del Sarrabus sa bene cosa significhi affidare la propria vita – e quella del proprio rubinetto – a una condotta lunga oltre nove chilometri, vecchia e stanca, che si arrampica come può dalle vasche di Corongiu al serbatoio comunale. È questo il ventre molle dell’approvvigionamento idrico del paese, ed è qui che i tecnici di Abbanoa stanno giocando la loro partita.
Una partita che, al netto dei buoni propositi, parte in salita: rotture continue, dislivelli che metterebbero in difficoltà un mulo e una rete idrica che, negli ultimi tempi, ha dato più di un grattacapo. I primi a pagarne le conseguenze sono i residenti della parte alta del centro abitato, dove la pressione scende più del dovuto, rendendo incerta anche la più semplice delle docce.
Ma qualcosa si muove. Non siamo ancora al miracolo idraulico, ma a Burcei è cominciata una campagna di ricerca perdite – quelle più subdole, che non spuntano in superficie – con l’ausilio dei geofoni, apparecchiature capaci di ascoltare il sottosuolo e stanare le falle silenziose. È un lavoro certosino, fatto di pazienza e orecchio. E, nel frattempo, si guarda anche agli impianti di sollevamento di Corongiu e Perdaxedu: due snodi cruciali lungo la dorsale, che saranno presto dotati di un sistema a inverter per regolare con maggiore precisione la pressione dell’acqua. Un intervento tecnico, certo, ma anche politico: perché significa ammettere che la vecchia infrastruttura non può reggere ancora a lungo e che, nell’attesa del rifacimento completo già inserito nei programmi di Abbanoa, servono soluzioni immediate.
«Stiamo lavorando per superare le criticità con strumenti mirati – spiegano dal Distretto 1 di Cagliari – consapevoli delle difficoltà del territorio e delle esigenze della popolazione». E mentre si attende che l’iter per la nuova condotta arrivi a destinazione, ogni passo, ogni controllo, ogni geofono acceso rappresenta un piccolo avamposto nella battaglia quotidiana contro lo spreco, contro l’attesa e contro l’abbandono.
Burcei, come tanti altri centri dell’entroterra, non chiede miracoli. Chiede che l’acqua arrivi, che non si disperda, che non si perda nel silenzio delle rocce. Che non sia, ancora una volta, il prezzo da pagare per vivere più vicini al cielo.