15ª Tappa vuelta 2025 | Pedersen doma la fuga galiziana, Vingegaard resta padrone della Vuelta

  Ci sono giornate in cui il ciclismo si ricorda di essere ancora quello sport romantico e imprevedibile che ha fatto sognare generazioni di appassionati. La quindicesima tappa della Vuelta, da A Veiga a Monforte de Lemos, è una di quelle. Centosessanta chilometri di fuga, trenta uomini in avanscoperta, montagne galiziane che fanno da cornice a una battaglia epica conclusa con la vittoria di Mads Pedersen, il danese del Lidl-Trek che dimostra ancora una volta di essere un finisseur di razza. La corsa prende il volo già ai primi chilometri, quando Jakub Otruba della Caja Rural decide che la giornata è troppo bella per lasciarla scappare. Il ceco si prende qualche metro di margine e subito la gara si infiamma. È il segnale che tutti aspettavano: oggi si fugge, oggi si fa la corsa vera, quella che piace agli uomini di fatica e ai sognatori. Dal gruppo principale partono a ondate successive i primi inseguitori. Prima Gijs Leemreize del Team Picnic PostNL, poi un drappello di qualità con Jay Vine, Mads Pedersen, Javier Romo, Gianmarco Garofoli e Lukas Nerurkar. È l'inizio di un valzer che vedrà coinvolti alla fine trentadue corridori, una selezione di tutto rispetto che comprende nomi importanti come Michal Kwiatkowski, Egan Bernal, Giulio Ciccone e Santiago Buitrago. Il Puerto a Garganta, prima categoria, fa la sua prima selezione. Vine, l'australiano dell'UAE Team Emirates, dimostra le sue qualità di scalatore transitando per primo e prendendosi dieci punti preziosi per la classifica della montagna.

  Ma è solo l'antipasto di quello che accadrà sull'Alto de Barbeitos, dove la fuga si frantuma definitivamente. Ed è proprio qui che nasce la mossa vincente della giornata. Vine e Louis Vervaeke della Soudal Quick-Step decidono che è il momento di provare il tutto per tutto. I due si staccano dal gruppone dei fuggitivi e iniziano un'avventura in solitaria che li porterà a guadagnare fino a tre minuti sui più immediati inseguitori. Dietro, la Lidl-Trek di Pedersen non può che seguire, sapendo che il proprio capitano ha le carte in regola per giocarsi la vittoria allo sprint. Il plotone principale, intanto, sembra aver deciso di prendersi una giornata di vacanza tra i paesaggi mozzafiato della Galizia. Jonas Vingegaard, saldo nella sua maglia rossa con quarantotto secondi di margine su João Almeida, controlla senza affanno insieme ai suoi uomini del Team Visma. Il vantaggio dei fuggitivi lievita fino a toccare i quattordici minuti, cifra che garantisce matematicamente che la vittoria di tappa si giocherà tra chi ha avuto il coraggio di andare all'attacco. Gli ultimi quaranta chilometri sono un crescendo di emozioni. Il duo Vine- Vervaeke comincia a pagare lo sforzo e dietro si organizza la caccia. È Mads Pedersen a prendere in mano le redini dell'inseguimento, il danese sa che questa è la sua occasione e non può permettersi di lasciarla sfuggire. Con lui ci sono corridori di primo piano: Orluis Aular del Movistar, Egan Bernal, Santiago Buitrago, Magnus Sheffield, Edward Dunbar e Marco Frigo. Il ricongiungimento avviene a sette chilometri dal traguardo, quando il gruppetto Pedersen raggiunge i due battistrada. È il momento della verità, quello in cui si capisce chi ha ancora qualcosa da dire e chi invece ha dato tutto quello che aveva. Bernal prova subito un allungo, ma Pedersen è vigile e chiude immediatamente. Il danese sa che la sua arma migliore è la velocità di punta e non può permettere fughe solitarie. Gli ultimi chilometri sono un continuo gioco di sguardi e tatticismi. Vervaeke ci prova a tre chilometri e mezzo dal traguardo, ma ancora una volta Pedersen è pronto a rispondere. Poi è Vine a tentare l'affondo decisivo, ma anche l'australiano deve arrendersi alla marcatura asfissiante del danese. Ultimo chilometro, tutti sanno che si andrà allo sprint. Pedersen si porta in testa, posizione scomoda per un velocista che preferirebbe poter sfruttare la scia altrui. Ma il danese ha carattere da vendere e quando Marco Frigo prova l'anticipo a duecento metri dal traguardo, ecco che il campione del mondo 2019 tira fuori dal cilindro una progressione devastante.

  La volata è una questione di metri, anzi di centimetri. Orluis Aular, il venezuelano del Movistar, prova a portarsi alla pari con Pedersen, ma il danese ha ancora qualcosa in più. La ruota posteriore della sua bicicletta taglia per prima il traguardo di Monforte de Lemos, suggellando una vittoria che vale molto più dei dieci secondi di abbuono conquistati. Dietro di lui Aular si deve accontentare del secondo posto e dei sei secondi di bonificazione, mentre Marco Frigo chiude il podio precedendo Buitrago, Dunbar e un redivivo Egan Bernal. Jay Vine, l'uomo che aveva fatto sognare con la sua fuga solitaria, deve accontentarsi dell'ottavo posto, pagando nei metri finali lo sforzo di una giornata condotta sempre in prima linea. Il plotone principale arriva con oltre tredici minuti di ritardo, confermando che questa era davvero la giornata dei fuggitivi. Jonas Vingegaard taglia il traguardo tranquillo in mezzo ai suoi compagni, sapendo che la sua maglia rossa non ha corso alcun pericolo. Il norvegese guida sempre la classifica generale con quarantotto secondi su Almeida e quasi tre minuti su Tom Pidcock, in una generale che sembra sempre più nelle sue mani. Ma oggi la vera protagonista è stata la fuga, quella vecchia e sempre affascinante tattica che ricorda le origini più pure del ciclismo. Trentadue uomini che per centosessanta chilometri hanno sognato la gloria, e alla fine uno solo, Mads Pedersen, che è riuscito a trasformare il sogno in realtà. Con la forza pura di chi prima fatica come un dannato per rimontare e poi, quando conta davvero, sa tirare fuori dal cilindro una progressione che non ammette repliche. Oggi ha vinto il più forte, semplicemente.

Sport

L’Italia del Volley femminile conquista la finale mondiale battendo il Brasile. Fra le protagoniste della vittoria l’atleta oristanese Alessia Orro
Finale mondiale. Nel giorno più difficile della gestione Velasco arriva la vittoria più bella che regala alle azzurre la finale contro la Turchia di Daniele Santarelli che nell’altra semifinale ha superato il Giappone per 3-1. All’improvviso scompare molta della forza dimostrata nelle ultime due estati e l’Italia compie un capolavoro di tenacia e c...

Cagliari: il ds Guido Angelozzi: “Con Belotti subito dialogo positivo”. E per il dg Stefano Melis: “Belotti risponde all’idea di mix che perseguiamo”
Il punto dopo la chiusura delle trattative. In doppia voce. Il dg del Cagliari, Stefano Melis, ed il ds Guido Angelozzi, hanno voluto entrare nei dettagli delle scelte operate. In primo piano l’arrivo, sui titoli di coda delle trattative, di Andrea Belotti, in verità un po’ inatteso. “Dopo la cessione di Piccoli abbiamo valutato diverse alternative...

12ª Tappa vuelta 2025 | Ayuso vince in volata, la Vuelta torna a correre
  La Vuelta respira. Dopo la giornata nera di Bilbao, con proteste e neutralizzazioni che avevano gettato un'ombra pesante sul Grande Giro spagnolo, la corsa torna finalmente a parlare di ciclismo puro. E lo fa con una tappa che sa di liberazione: 144,9 chilometri da Laredo a Los Corrales de Buelna che regalano spettacolo, emozioni e una vi...