Cagliari. C'è una speranza di progresso per la Sardegna? No, allo stato attuale. I nodi strutturali dell'isola sono tutti irrisolti. Come i trasporti e i collegamenti aerei e marittimi. O come la Sanità. Tanto per fare sommariamente alcuni esempi. Le comunità rurali sono in preda ad uno spopolamento inarrestabile. Chiudono le scuole per mancanza di studenti. Sportelli bancari, farmacie, servizi postali sono una rarità riservata a poche entità territoriali. Le nostre migliori risorse giovanili e professionali emigrano in cerca di un futuro. Rimane una desolazione permanente. La povertà tocca indici record. Con una classe politica coinvolta negli affari. Attraverso potentati economici che soffocano lo sviluppo imprenditoriale. Per avere opportunità molti abbracciano le logge massoniche. Non c'è una classe dirigente giovane, stimolata e stimolante. I Partiti cardine del sistema sono guidati da vecchi manovratori, con il culto del potere e dell'affarismo. Il quinquennio sardista salviniano è stato lo scenario culminante di questa raffigurazione. Con nugoli di consiglieri regionali, assessori, dirigenti della Ras inquisiti dai Pm per la loro malagestione. Qualcuno è finito addirittura in galera. Lo stesso Presidente della Regione (ex) è a processo per corruzione e riciclaggio. Mentre le mafie si affacciano sempre più minacciose, pronte ad opprimere la Società sarda. Oggi governa in Regione una nuova maggioranza. Il fumus del malaffare nella direzione politica è scomparso. Sicuramente. Ma permane tutto il resto della difficile e precaria realtà. La Sardegna avrebbe bisogno di un nuovo piano di Rinascita per superare uno stallo di arretratezza e di involuzione sociale oramai senza prospettive d'uscita. Ma quei cacicchi e capibastone che hanno in mano il gioco politico, produttivo, imprenditoriale continuano ad essere i dominatori dello scenario. Con loro, con le loro filosofie, non c'è speranza. Non ci sono orizzonti di benessere e di sviluppo sociale. La politica è il simbolo di questo degrado. E la stampa di regime è parte consapevole di questo sistema. Mario Guerrini.