9ª Tappa Tour 2025: Sfuma a 700 metri dall'arrivo la fuga di Van der Poel, la volata premia Merlier

9ª Tappa Tour 2025 Chinon-Châteauroux, 174 km - Il belga della Soudal Quick-Step batte Milan e De Lie in una frazione che il vento trasforma in battaglia Il sole di luglio batte implacabile sulla strada che da Chinon conduce a Châteauroux, 174 chilometri che sulla carta promettono una domenica tranquilla per chiudere la prima settimana del Tour de France 2025. Ma il vento, questo eterno compagno di viaggio del ciclismo, ha altri piani. E quando soffia laterale sui campi della Loira, anche le tappe più semplici diventano battaglie epiche. La giornata inizia con l'ombra della controversia che aleggia su Jonathan Milan. Il velocista della Lidl-Trek porta ancora i segni della penalizzazione ricevuta dopo la tappa di ieri: 500 franchi svizzeri, 10 punti nella classifica a punti e 10 secondi in generale per una sgomitata che, a dire il vero, più che inflitta sembra averla subita. Ma le giurie del Tour seguono logiche imperscrutabili, e Milan deve ingoiare il boccone amaro mentre si prepara a una nuova sfida. Il via ufficiale scatta alle 13:25 e immediatamente la corsa prende vita. Jonas Rickaert e Mathieu van der Poel, entrambi dell'Alpecin-Deceuninck, si lanciano in una fuga che ha il sapore dell'azzardo. Il campione del mondo olandese, con quella sua fame insaziabile di vittorie, trascina il compagno in un'avventura che presto assume contorni epici. Il gruppo, guidato dalla Lidl-Trek di Milan, concede spazio ai fuggitivi con quella generosità calcolata che caratterizza le frazioni dedicate ai velocisti. Il vantaggio cresce rapidamente: un minuto e mezzo, poi due, poi tre. Quando si supera la soglia dei quattro minuti, qualcuno inizia a pensare che forse Van der Poel stia davvero meditando il colpaccio. Al traguardo volante di La Belle Indienne, dopo appena 25 chilometri, il copione si ripete: Van der Poel transita per primo raccogliendo 20 punti preziosi, seguito da Rickaert con 17. Dietro, Milan si accontenta del terzo posto pilotato dai compagni, precedendo Girmay e Merlier in una volata che sa di prova generale. Ma è quando il vento inizia a sussurrare tra i campi che la tappa cambia volto. 

A 71 chilometri dall'arrivo, il gruppo si spezza come una corda troppo tesa. Il ventaglio - quella formazione tipica del ciclismo quando il vento soffia laterale e i corridori si dispongono in diagonale per ripararsi - frantuma il plotone in mille pezzi. I big reagiscono prontamente, ma diversi gregari e alcuni nomi di seconda fascia perdono contatto. La tensione sale quando a 81 chilometri dall'arrivo arriva la notizia che nessuno voleva sentire: João Almeida si ritira. Il portoghese della UAE Team Emirates, prezioso scudiero di Tadej Pogacar, paga il conto salato della caduta della settima tappa. La costola fratturata non perdona, e correre nel Tour con un simile handicap diventa un'inutile tortura. Per Pogacar è una perdita pesantissima in vista delle montagne. Intanto, davanti, Van der Poel e Rickaert continuano la loro cavalcata solitaria. Il vantaggio oscilla tra i quattro e i cinque minuti, mentre il gruppo, orchestrato da più squadre, inizia una rimonta che sa di inevitabile. La Lidl-Trek fa il ritmo, supportata dalla Uno-X Mobility e poi dalla Soudal Quick-Step. È il valzer delle squadre dei velocisti, ognuna con il proprio asso da giocare. Gli ultimi quaranta chilometri diventano una partita a scacchi giocata a sessanta all'ora. Van der Poel e Rickaert vedono il loro margine assottigliarsi inesorabilmente: da due minuti a uno, da uno a quaranta secondi. Il vento laterale torna a soffiare, e di nuovo il gruppo si spezza. Questa volta però i big sono tutti davanti, mentre una quarantina di corridori, tra cui nomi come Buitrago, O'Connor e Simon Yates, perdono il treno buono. La Visma di Vingegaard alza il ritmo per mettere benzina nelle gambe degli avversari, ma è una mossa che non sortisce gli effetti sperati. 

Il gruppo si ricompatta, e la caccia ai fuggitivi riprende più determinata che mai. Negli ultimi venti chilometri si consuma il dramma sportivo più bello della giornata. Van der Poel, con quella determinazione che lo ha reso campione del mondo, si rifiuta di arrendersi. Quando Rickaert, sfinito dopo 170 chilometri di fuga, si lascia riprendere, l'olandese continua da solo la sua battaglia contro il tempo e il plotone. A dieci chilometri dall'arrivo ha ancora 54 secondi. A cinque sono 29. A tre chilometri e mezzo, quando l'arrivo di Châteauroux inizia a profilarsi all'orizzonte, il margine si riduce a 18 secondi. Il gruppo, guidato ora dalla Lidl-Trek, sente l'odore della preda. La matemàtica è spietata: a 2,7 chilometri dall'arrivo Van der Poel ha solo 10 secondi. A 2,5 sono 7. Il fenomeno olandese, come lo descrive chi lo sta inseguendo, combatte con l'energia della disperazione, ma a 700 metri dal traguardo l'inevitabile accade. Il gruppo lo inghiotte, e Van der Poel, esausto dopo un'impresa titanica, si lascia sfilare via accettando la sconfitta con la dignità dei campioni. Inizia così la volata che tutti aspettavano. Milan parte forse troppo presto, con quella generosità che a volte si rivela un'arma a doppio taglio. Tim Merlier, il belga della Soudal Quick-Step, studia l'azione dell'italiano, lo raggiunge con la potenza delle sue gambe possenti e lo supera negli ultimi metri. Dietro di loro, Arnaud De Lie completa il podio di una volata che vale l'oro. Merlier taglia il traguardo con le braccia al cielo, conquistando una vittoria che sa di rivincita dopo una stagione di alti e bassi. Milan deve accontentarsi del secondo posto, ma con l'abbuono di 6 secondi mantiene saldamente la maglia verde. De Lie, terzo, dimostra ancora una volta di essere tra i velocisti più costanti del gruppo. La classifica generale non cambia: Pogacar conserva la maglia gialla con 54 secondi su Evenepoel, seguito da Vauquelin, Vingegaard e Jorgenson. Ma questa nona tappa lascia in eredità molto più di una semplice vittoria di tappa. Lascia il ricordo di un Van der Poel che ha saputo trasformare una frazione ordinaria in un'epica straordinaria, e la consapevolezza che anche nelle giornate più tranquille, il Tour sa sempre come sorprendere.

Ordine d'arrivo: 1. Tim Merlier (Soudal Quick-Step) 3:28:52 2. Jonathan Milan (Lidl-Trek) s.t. 3. Arnaud De Lie (Lotto Cycling Team) s.t. 

Classifica generale: 1. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) 33:17:22 2. Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) +0:54 3. Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) +1:11

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