Lunedì sera, tavolata piena, pizza fumante, qualche birra e il solito selfie di rito. Sarebbe bastato restare nell’ombra e limitarsi a digerire in silenzio, ma ad Alghero la politica ama mettersi in vetrina, anche a cena. E così la pizzata tra Partito Democratico e Noi RiformiAmo Alghero si è trasformata in un manifesto politico involontario: tra assenze pesanti e presenze non proprio gradite, la maggioranza ha mostrato tutte le sue crepe.
Il sindaco? Assente. Non invitato, dicono. Colledanchise? Presente “per fatti suoi”, spiega lui, ma la foto lo inchioda al tavolo, anche se di passaggio. E mentre qualcuno, tra un morso e l’altro, ha pure scritto sui gruppi interni “Buona la pizza?”, fuori dal locale si è scatenata la tempesta.
La foto di gruppo — quella che doveva essere un semplice ricordo conviviale — è diventata la miccia che ha acceso i malumori. I partiti minori della maggioranza, non hanno gradito la chiamata fuori. Se i "leader" si riuniscono a parte, chi resta in ombra non la prende mai bene. E in politica, si sa, la vendetta è un piatto che non serve freddo: basta un comunicato, un silenzio studiato, un’assenza strategica per rovinare la festa.
Il “Progetto Alghero”, che un anno fa doveva essere il grande contenitore di stabilità, oggi inizia a scricchiolare sul serio. La tensione serpeggia: la stampa parla di “patto di ferro”, di regia parallela, di voglia di mettere il sindaco sotto tutela. Ma Cacciotto, piaccia o no, non è uno che si fa commissariare con un selfie.
Le ricostruzioni più colorite parlano di “strategie da tavolo”, di liste da controllare, di minacce velate di crisi. Eppure, a leggere bene, sembra più un autogol che un colpo di genio: la maggioranza doveva uscire compatta e invece si è mostrata divisa, mentre fuori, tra cittadini e società sportive, cresce la sensazione di una città senza direzione.
La riunione di maggioranza prevista per oggi dovrebbe servire a ricucire. Ma i numeri veri non si contano nei brindisi: si contano nei voti in Aula, nelle delibere approvate, nei progetti realizzati.
Intanto, mentre si discute di mosse e strategie, la città aspetta risposte. Meno selfie, più fatti. Il resto è contorno.