Giro d'Italia: 5ª tappa da Genova a Lucca, sfida tra velocisti e strategie di squadra

  La 5ª tappa del Giro d'Italia, un percorso di 178 km con un dislivello di 1800 metri da Genova a Lucca, sembrava sulla carta ideale per i velocisti, con un Gran Premio della Montagna (GPM) di 4ª categoria che non avrebbe dovuto creare problemi ai protagonisti. Munoz, fuggitivo sin dalle prime battute, è stato eletto il più combattivo della giornata precedente. Il favorito di questa tappa, Jonathan Milan della Lidl Trek, vincitore della tappa di ieri, era atteso per una nuova performance. Già prima del km 0, la corsa ha subito un ritardo sulla tabella di marcia, seguito da una caduta di Andresen, probabilmente a causa di un contatto con un altro corridore, costringendo il gruppo ad aspettarlo e aumentando il ritardo. Al via, un corridore della Cofidis, Geschke, ha guadagnato circa trenta metri di vantaggio, seguito da Tarozzi, superati poi da altri tre ciclisti, Costiou, Askey e Bais, che hanno collaborato con cambi regolari a -177 km. 

  Tarozzi e Geschke hanno tentato di rientrare sui fuggitivi mentre il gruppo, disponendosi sull’intera sede stradale, sembrava lasciar andare tranquilla la fuga. A -167 km, i battistrada hanno aspettato i due inseguitori rimasti, e il gruppo presentava già 2:06 di ritardo. Gli inseguitori hanno ricucito il distacco con la testa della corsa a -164 km. 

  La fuga, dunque, comprendeva Geschke, Askey, Bais e Tarozzi, che aveva avuto qualche problema ed era stato assistito dall'ammiraglia. Il gruppo, guidato dalla Lidl Trek, che si alternava con altre due squadre, era a 1:34 di svantaggio, ma sembrava non voler concedere troppo tempo a una fuga che, nonostante avesse solo 4 corridori, evidentemente non lasciava tranquilli i componenti del gruppo. Durante la prima leggera salita della tappa, i velocisti non hanno avuto difficoltà. Tarozzi ha preso il largo rispetto ai compagni di fuga per avvantaggiarsi, dato che avrebbe dovuto fermarsi per esigenze fisiologiche, mentre il gruppo guadagnava secondi. A -130,2 km, c'è stato un problema tecnico per il corridore con il dorsale 81, che ha cercato di rientrare prontamente sul gruppo. Jakobsen, a -129,3 km, sembrava staccarsi dal gruppo ma era in compagnia di altri due corridori. A -122,7 km, Stefano Oldani ha avuto un problema al braccio destro, assistito dalla macchina del medico di gara. Il gruppo, che manteneva i battistrada a vista, era a soli 20 secondi di distacco a -121,4 km. A -116 km, la salita ha messo in difficoltà anche Caleb Ewan, che si è staccato dal gruppo. Nel frattempo, a -115,8 km, il traguardo del GPM è stato vinto da Geschke, seguito da Mattia Bais. A -114 km, il gruppo era a soli 9 secondi di distacco, aiutato anche dalla discesa. 

   A -104 km, Jakobsen, ormai in crisi nera e a 3 minuti di ritardo, è stato raggiunto dalla sua ammiraglia e due compagni. Era quasi impossibile per lui rientrare, ma la sua pedalata era ormai molto pesante. La tappa si è conclusa con un finale appassionante: a -1 km, Pietrobon ha attaccato ma è stato ripreso in una volata ristretta, con Benjamin Thomas che ha vinto, mettendo nel sacco sia i compagni di fuga sia i velocisti del gruppo.

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