Nel cuore di Ploaghe, i Candelieri si innalzano tra fede e memoria, portando avanti un voto che attraversa i secoli. Le sagome scolpite nel legno raccontano la devozione dei ploaghesi, un legame profondo che unisce passato e presente. Ogni gesto, ogni passo, rinnova una tradizione che vive nell’anima del paese, tramandata di generazione in generazione: la luce che li accompagna non è solo fiamma, ma simbolo di speranza e radici che affondano nel tempo. La processione avanza, lasciando un segno indelebile nella storia e nel cuore di chi guarda.
Nel 1580, la peste minacciava la vita degli uomini e delle donne di Ploaghe. Fu allora che la comunità fece voto alla Vergine Assunta, promettendo di portare ogni anno i Candelieri in processione. Da quel giorno, ogni 15 agosto, il borgo si risveglia al suono delle campane e al passo cadenzato dei portatori. Due volte l’anno, i Candelieri attraversano le strade di Ploaghe: al Corpus Domini, e il 15 agosto per l’Assunta; anche all’Ottava dell’Assunta, i ceri lignei ploaghesi alimentano la devozione e la tradizione.
Il primo a partire è quello di San Pietro, che guida la fila per 11 fermate. Poi, alla dodicesima, cede il passo a quello di Gesù Bambino, che entra per primo in chiesa. Ogni candeliere è un racconto inciso nel legno: il piedistallo, il cilindro decorato, le immagini sacre che parlano di fede e speranza. Gli obrieri, chiamati Candaleraju, sono quattro. Estratti a sorte, portano avanti una tradizione che non è solo celebrazione, ma memoria collettiva. I portatori, “sos de sutta”, sollevano le colonne lignee e le accompagnano fino a Piazza San Pietro, dove la festa si trasforma in danza.
La danza dei Candelieri si spegne alla fine delle feste, ma il loro eco continua a vibrare nel cuore dei ploaghesi per tutto l’anno; le antiche promesse si rinnovano, intrecciando passato e presente in un abbraccio senza tempo. Nel legno che ha portato il voto, resta incisa la fede di chi ha camminato sotto il suo peso. La luce si dissolve, ma il sentimento resta, sospeso tra storia e memoria; e quando tutto sembra tacere, la tradizione attende il nuovo anno per tornare a parlare.