Cagliari. I sistemi mafiosi. In Sardegna. Sono ormai radicati, nella pubblica amministrazione, quanto nelle regioni in cui le cosche sono nate e prosperano come uno Stato nello Stato. I dirigenti delle istituzioni sarde (Regione, Enti, Università), molto spesso, usano modelli mafiosi semplicemente per favorire parenti e amici. Il tutto a spese della collettività. Così si "truccano" i concorsi pubblici, si privilegiano alcuni nelle carriere, si distribuiscono incarichi e funzioni con retribuzioni maggiorate, si assicurano i posti nelle amministrazioni aggirando, se non altro, il principio di "giustizia sociale". Infierendo in maniera arrogante, sfacciata e impudente sulle regole morali della meritocrazia. Il tutto è animato non da vincoli di criminalità mafiosa, ma di appartenenza politica e spesso massonica. Questa è la radiografia della mafia in salsa sarda. Ha raggiunto livelli di potere e di sopraffazione che stanno determinando un senso totale di asservimento dei beneficiati e di parallela sfiducia negli esclusi. Le inchieste degli ultimi anni della Procura di Cagliari (Monte Nuovo, i concorsi in Regione, le compravendite immobiliari che nasconderebbero tangenti ecc.) rivelano l'esplicazione di questo modo di operare. C'è poi l'uso distorto e perverso dei soldi pubblici. Che non è più clientela, ma è qualcosa di più forte e dalle accezioni maligne. La cattiva politica, in Sardegna, è sostanzialmente pervasa da una filosofia mafiosa, che danneggia in primis proprio quegli esponenti eletti dal popolo che pure agiscono con correttezza istituzionale. Ma sono travolti da una maggioranza che ha creato e comanda il "sistema mafioso", pur non essendo mafia. Questi meccanismi, che sono clamorosamente davanti agli occhi di tutti, generano quel senso di malessere che frustra l'intero apparato della pubblica amministrazione. L'azione dei Pm è difficile, perché il retaggio delle complicità è molto alto e chi sa preferisce il silenzio anziché la denuncia o la collaborazione con gli investigatori. Il potere, infatti, dà di sé una immagine di prepotenza, e talvolta di impunità, che intimorisce. La Sardegna sembra non uscire da un vicolo cieco. Per questo i giovani lasciano l'Isola. La politica mafiosa ha enormi responsabilità. Mario Guerrini.