Si può prendere lo scarto di un rifiuto e farne un contenitore per altri rifiuti? Hera dice di sì. Succede a San Lazzaro di Savena, comune del bolognese dove la multiutility ha scelto di avviare la distribuzione dei primi Future Bins, bidoncini e compostiere nati non da plastica qualsiasi, ma dallo “scarto dello scarto” del Pet. È il punto di arrivo di un progetto partito nel 2023 e che ora diventa realtà: 7.500 bidoncini sottolavello e oltre 400 compostiere, frutto di un investimento da 200mila euro e di una filiera industriale che, per una volta, ha saputo chiudere davvero il cerchio dell’economia circolare.
L’idea è semplice e rivoluzionaria. Il polverino Pet, residuo delle lavorazioni effettuate da Aliplast – società del gruppo Hera che rigenera polimeri – fino a ieri finiva dritto verso lo smaltimento. Oggi, grazie a un processo di raffinazione e trasformazione in granuli, diventa materia prima per bidoncini e compostiere. Un progetto pilota che ha coinvolto, tra gli altri, Isinnova, Mattiussi Ecologia e Sartori Ambiente, ciascuno con un ruolo nella progettazione e stampa dei nuovi contenitori certificati Plastica seconda vita (PSV).
“Un primo passo per realizzare anche prodotti che potranno avere un costo inferiore, proprio perché il valore che aveva inizialmente era circa zero”, ha spiegato Cristian Fracassi, ceo di Isinnova. “Come ogni innovazione che si rispetti, siamo partiti da un problema per arrivare a una soluzione in grado di valorizzare un processo e ridurre gli scarti”, ha aggiunto. La tecnologia è stata brevettata da Isinnova e Hera, con l’obiettivo di portare la sperimentazione alla scala industriale.
Soddisfatta anche Milena Zappoli, responsabile Innovazione Servizi ambientali e flotte di Hera: “Ora proviamo a rendere il processo di realizzazione di questi contenitori più industriale, dando questa opportunità a tanti altri cittadini che vogliono con noi contribuire a mantenere il nostro pianeta sano e a lungo termine con la raccolta differenziata fatta correttamente”.
Il sistema funziona così: Aliplast lavora gli imballaggi di plastica differenziata, produce nuovi materiali e scarti ulteriori. Questi ultimi – essiccati, deferrizzati e trasformati – diventano granuli per i Future Bins. Il passaggio dalla sperimentazione alla pre-produzione è stato testato con la realizzazione delle prime dotazioni, che Hera distribuirà a partire da fine giugno a San Lazzaro, dove è in corso anche il rinnovo dei servizi ambientali.
“Il progetto Future Bins si colloca a pieno titolo tra le attività di economia circolare che utilizzano l'innovazione come driver per lo sviluppo”, ha dichiarato Giulio Renato, direttore centrale Servizi ambientali e flotte di Hera. “Siamo partiti dallo 'scarto dello scarto' della raccolta differenziata della plastica per realizzare contenitori capaci di accogliere a loro volta altri scarti”.
Esulta anche la sindaca Marilena Pillati, che non nasconde l’orgoglio: “Siamo molto orgogliosi che Hera abbia scelto San Lazzaro come primo comune. Questi contenitori sono il risultato dell'impegno di un'intera filiera, dai cittadini ai Comuni, Regione, Atersir, fino al gestore del servizio. È anche in qualità di socio pubblico che mi complimento con Hera per il risultato raggiunto, per l'attenzione e gli investimenti fatti anche attraverso questo progetto che va nella direzione di una crescita importante sul fronte dell'innovazione”.
Il volantino informativo è già pronto. Ora tocca ai cittadini dare il buon esempio. Perché la differenziata, se fatta bene, può persino diventare arte. O quasi.