Torna, per il secondo anno consecutivo a Bitti, il Campus di Energia Creativa (CEC), l’esperienza ideata da Piero Marras che da cinque edizioni riunisce giovani cantautori sardi in una sorta di laboratorio dell’anima, dove la musica dialoga con la terra, la memoria e la bellezza. Dal 9 all’11 ottobre, tredici artisti si ritroveranno tra boschi, archeologia e canto a tenore, per tre giorni di formazione, scambio e creatività condivisa.
Realizzato con il contributo della Fondazione di Sardegna e il patrocinio del Comune di Bitti e della Regione, il CEC si propone come un viaggio nella Sardegna profonda: tra le querce del Parco di Tepilora, guidati dal fotografo naturalista Domenico Ruiu, e tra le pietre del santuario nuragico di Romanzesu, uno dei luoghi più suggestivi dell’isola.
I cantautori — tra cui Bandito, Federica Olla, Angelica Perra, Randagiu Sardu, Manuella, Sidra, Pasquale Carzedda, Rita Penduzzu, Enrica Virdis, Giovanni Cossu, Stefano Cherchi e Zeep — lavoreranno fianco a fianco in un agriturismo trasformato in sala prove, con strumenti, sound system e, soprattutto, la voglia di raccontare la Sardegna in note.
Il programma si aprirà giovedì 9 ottobre con il saluto del sindaco e presidente della Provincia di Nuoro, Giuseppe Ciccolini, seguito dalla visita ai musei di Bitti dedicati alla civiltà pastorale e al canto a tenore. Venerdì, spazio alla natura e alla riflessione con un incontro pubblico insieme all’antropologo Bachisio Bandinu e a Daniele Cossellu, ultimo dei fondatori dei Tenores di Bitti. Sabato, prima dell’esibizione finale, i partecipanti vivranno un’esperienza tipicamente agropastorale, imparando l’arte del fare il formaggio con Gianni Sanna, nell’agriturismo Calavrina che li ospiterà.
La serata conclusiva, in programma sabato 11 ottobre alle 21 al Cinema Teatro Ariston, sarà aperta al pubblico e condotta dal giornalista Gianni Zanata, con il supporto tecnico di Sebastiano Vacca e Antonello Testone.
«Il CEC — spiega Piero Marras — assomiglia molto a Sa libra, quel luogo descritto da Michelangelo Pira in Sos Sinnos: un ovile dell’anima dove ogni tanto è bello ritrovarsi». E aggiunge: «Ogni anno scopro nuovi talenti, giovani che scrivono musica con contenuto e sensibilità. La nostra è un’isola di poeti, e questo campus dimostra quanta creatività viva ancora in Sardegna».
Un incontro tra voci, paesaggi e storie. Un piccolo miracolo barbaricino, dove la musica non si insegna: si respira.