Ad Alghero l’estate inizia con il passo discreto e antico della vela latina e il suono inconfondibile della musica. È così che sabato 21 giugno, tra il porto e il Lido San Giovanni, andrà in scena “Le Vele per il Verdi – Festa della Musica 2025”, un appuntamento che mescola tradizione e cultura in una delle cornici più suggestive della Riviera del Corallo.
L’evento, che si inserisce nel calendario dei Focs de Sant Joan, porta in mare otto equipaggi formati dai componenti della Banda Musicale Antonio Dalerci. Navigheranno al tramonto su otto imbarcazioni di vela latina, messe a disposizione dalla Lega Navale Italiana – Sezione di Alghero, che proprio quest’anno celebra il suo cinquantesimo anniversario.
L’iniziativa nasce dall’Istituto Artistico Musicale Giuseppe Verdi, che ha saputo coinvolgere le principali realtà cittadine legate alla cultura, alla musica e alla vela. Un progetto che va oltre il semplice spettacolo e che si propone come anticipazione della notte del falò e del comparatico che, come da tradizione, si svolgerà il 23 giugno sulla spiaggia di San Giovanni.
Il corteo musicale prenderà avvio alle 20, quando gli equipaggi approderanno, strumenti alla mano, al tender della banchina Dogana. Da lì, la sfilata colorata e festosa accompagnerà la banda sino al palco di San Giovanni, messo a disposizione dalla Pro Loco, con brani firmati da Higgens, Lordan e Ruiz. Una processione di suoni che dal mare giungerà a riva, senza interruzioni.
Terminata la prima parte dedicata alla tradizione algherese, il testimone passerà al Maestro Raimondo Dore che, alle 21.30, aprirà il concerto serale. Dore guiderà un ensemble composito che porterà il pubblico dentro le atmosfere del soul americano, eseguendo brani di Ray Charles, Sam Cooke, James Brown, Aretha Franklin, Otis Redding e Donny Hathaway. Con lui sul palco: Sergio Intelisano alla batteria, Gianluca Porcu al basso, Antonio Fortunato alla chitarra, Giuseppe Bussu al sax tenore, Emanuele De Palmas al sax baritono e Berny Spano alla voce.
La Festa della Musica di Alghero, ancora una volta, dimostra come cultura e tradizione possano fondersi senza retorica. Senza effetti speciali, ma con la forza antica del mare, degli strumenti e delle voci. In silenzio, come insegna la Sardegna.