A Saccargia oggi non si è parlato di liturgia ma di milioni. Sul tavolo l’Atto Aggiuntivo del Progetto di Sviluppo Territoriale Anglona Coros, Terre di Tradizioni. Un documento che aggiorna la programmazione avviata nel 2018, adeguandola ai nuovi bisogni e rimettendo in moto il meccanismo con risorse fresche.
In tutto più di 31 milioni di euro, pescati dal FESR 2021-2027, dal Fondo Sviluppo e Coesione e da fondi regionali. Denaro che andrà a finanziare oltre quaranta interventi: dal recupero di siti archeologici e beni identitari alla riqualificazione di spazi urbani e aree verdi, passando per impianti sportivi, centri di comunità, strutture sociali e servizi dedicati a giovani e anziani. Una parte servirà a rafforzare la governance, con digitalizzazione e promozione integrata, per non disperdere il lavoro in mille rivoli.
“Con questo Atto Aggiuntivo rafforziamo una visione di Sardegna che parte dai territori, ne riconosce la vitalità, ne ascolta le esigenze, ne valorizza le risorse. È una strategia costruita con gli amministratori locali e gli attori sociali, che punta a generare risultati reali”, ha detto l’assessore alla Programmazione e Bilancio Giuseppe Meloni. E ha aggiunto: “Investire sulla programmazione territoriale significa credere nella Sardegna delle comunità, delle reti, delle competenze diffuse. Significa costruire territori capaci di generare futuro: abitabili, produttivi, dinamici, coesi. È su questa idea che stiamo impegnando risorse, metodo e visione. E oggi, con l’Anglona e il Coros, compiamo un passo importante”.
L’accordo coinvolge 23 comuni delle unioni Anglona-Bassa Valle del Coghinas e Coros: da Nulvi a Osilo, da Ittiri a Ploaghe, passando per Olmedo, Uri e Putifigari. Una mappa che copre buona parte del nord Sardegna, unita per sfruttare fondi europei e regionali.
Il documento è stato consegnato all’assessore Meloni, che lo porterà in Giunta per la successiva approvazione. Solo allora scatterà la fase operativa, quella in cui le carte devono diventare cantieri. Perché di promesse e strategie, nei territori, se ne sono già viste parecchie.