CAGLIARI – “Ogni anno in Sardegna sono 130 i bambini ai quali viene diagnosticato il diabete di tipo 1, mentre 1.400, di età compresa tra 0 e 18 anni, sono attualmente in cura. L’incidenza di questa patologia nella nostra Regione, purtroppo, non ha eguali nel mondo: 74 nuovi casi ogni 100mila bambini a fronte di una media nazionale che si aggira tra i 15 e 20 casi l’anno. Questa specificità rende ancora più urgente e cruciale l’implementazione di programmi di prevenzione, dal momento che l’isola ancora non ha la rete diabetologia pediatrica né un centro di riferimento regionale, e non è stato nemmeno attivato il registro di patologia che favorirebbe la circolazione di dati utili ad approfondire la ricerca”.
Con queste parole il capogruppo del Movimento 5 Stelle Michele Ciusa ha presentato oggi la proposta di legge per la tutela dei bambini diabetici nelle scuole e nelle strutture sportive. Il testo, sottoscritto da tutti i consiglieri di maggioranza, nasce dalle indicazioni del Tavolo regionale multidisciplinare promosso dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza, con il contributo della comunità scientifica, delle associazioni di pazienti e delle famiglie.
“Le criticità si vedono soprattutto nei contesti scolastici e sportivi – ha aggiunto Ciusa – sono tanti i genitori che affiancano i figli in fascia pediatrica nelle classi scolastiche e presso le strutture sportive, per monitorare la situazione, non essendo stata mai realizzata una formazione adeguata del personale scolastico, educativo e sportivo. Per questo è urgente l’assunzione di un impegno istituzionale, sanitario e psicosociale, prioritario e capillare”.
Il capogruppo pentastellato ha poi sottolineato: “La Sardegna è in grave ritardo rispetto alla presa in carico di questo problema sanitario pediatrico. Si rende necessario elaborare un piano d’azione strategico e articolato, finalizzato a rimuovere qualsiasi ostacolo all’accesso alle nuove tecnologie, garantire la formazione del personale scolastico e metterlo nelle condizioni di poter gestire in maniera consapevole e sicura la continuità terapeutica e le emergenze. Puntiamo all’inserimento del bambino in contesti scolastici, educativi e formativi, al fine di tutelarne il diritto alla cura, alla salute, all’istruzione e alla migliore qualità della vita”.