Una valanga di insulti è piovuta sui social contro il consigliere regionale Valdo Di Nolfo, finito nel mirino degli haters dopo le sue dichiarazioni contro l’uso del Taser da parte delle forze dell’ordine.
Il consigliere aveva preso posizione nei giorni scorsi dopo i casi di decessi seguiti all’impiego della scarica elettrica, in particolare quello avvenuto a Olbia. Una posizione che ha acceso il dibattito pubblico.
Tra le critiche legittime, sono comparsi messaggi di ben altro tono. Nei commenti si leggono frasi come “Altro che taser, ci vorrebbe la calibro 9”: parole violente, che oscillano tra la minaccia al politico e la provocazione rivolta al caso olbiese.
«Siamo di fronte a un salto nel pericoloso baratro dell’odio – dichiara l’On. Di Nolfo –. accetto e rispetto il confronto, anche duro, ma non posso tacere di fronte a commenti che evocano esecuzioni con armi da fuoco. La libertà di parola non può mai trasformarsi in incitamento e istigazione alla violenza».
Il consigliere non arretra. «Il Taser non è uno strumento neutro, ma un’arma che ha già causato troppi morti. Dobbiamo aprire un dibattito serio su sicurezza e diritti, non scivolare nella barbarie degli insulti e delle minacce di morte».
Infine ribadisce di non volersi fermare: «Non mi lascio intimidire. Continuerò a portare avanti la mia attività politica dentro e fuori le istituzioni, con la stessa determinazione e con la forza di idee che non sono solo mie, ma di tante e tanti che credono nel valore massimo della vita, che deve essere sempre tutelata».
Il confronto resta aperto: tra chi vede nel Taser una garanzia per gli operatori e chi, come Di Nolfo, lo considera un’arma che colpisce i più fragili. Intanto, a dominare la scena, più che le opinioni, sono gli insulti.