Una tappa decisiva nell’iter legislativo per il riconoscimento del suicidio medicalmente assistito in Sardegna è stata raggiunta con l’approvazione in Commissione Sanità del testo di legge “Liberi Subito”. Una proposta che si muove lungo il crinale impervio della coscienza individuale e del diritto, e che, nelle parole dell’onorevole Valdo Di Nolfo, assume il profilo di un progresso civile.
«Con l'approvazione del testo della legge "Liberi Subito" in Commissione Sanità – afferma Di Nolfo – l'iter per la legge sul fine vita in Sardegna fa un ulteriore e importante passo in avanti». L’attenzione della politica regionale, secondo l’esponente della maggioranza, torna così a posarsi su una questione rimasta a lungo fuori dal dibattito operativo, nonostante il crescente richiamo proveniente dalla società civile e da numerosi casi individuali.
«La Regione Sardegna dimostra ancora una volta di mettere al centro delle proprie priorità l'attenzione al benessere di cittadine e cittadini, il rispetto per la dignità di chi soffre», ha dichiarato Di Nolfo, che in questa battaglia ha speso parole e impegno sin dalle prime fasi. La sua è una posizione netta, priva di ambiguità: «La legge sul fine vita rappresenta un atto dovuto per chi non ha potuto scegliere in passato, una legge di civiltá, di libertà per tutte e tutti».
In gioco c’è, secondo il consigliere regionale, il diritto all’autodeterminazione. «Una legge che ci porta vicini all'autodeterminazione per tutte quelle persone affette da malattie irreversibili». Ma non si tratta solo di libertà individuale: la proposta legislativa, insiste Di Nolfo, tocca anche il nervo scoperto dell’equità sociale. «È anche una legge che parla con forza di equità sociale perché, anche se la politica ha sempre girato lo sguardo dall'altra parte, finora la scelta di porre fine alle proprie sofferenze è stato appannaggio di chi economicamente poteva permetterselo».
Un’accusa che chiama in causa anni di inerzia istituzionale, di reticenze e silenzi. «Oggi con questa legge – conclude Di Nolfo – tutte e tutti potranno accedere al suicidio medicalmente assistito, esercitando lo stesso diritto senza discriminazioni sociali».
Il cammino della legge non è ancora concluso. Ma la direzione, almeno per ora, è tracciata. E la Sardegna potrebbe diventare una delle prime regioni italiane a dotarsi di una normativa autonoma su un tema tra i più complessi e divisivi della bioetica contemporanea.