Porto Pino torna al centro del mirino ambientalista. Il Gruppo d’Intervento Giuridico ha presentato un’istanza di accesso civico e chiesto “i necessari provvedimenti inibitori” contro un progetto turistico-edilizio alla Spiaggia dei Francesi, nel Comune di S. Anna Arresi.
Secondo le segnalazioni arrivate dai cittadini, sul tavolo ci sarebbero fino a 4 mila metri cubi di nuove volumetrie, a breve distanza dalla battigia. Il GrIG ha coinvolto Ministero della Cultura, Ministero dell’Ambiente, Regione Sardegna, Soprintendenza, Comune, Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Quando si chiamano tutti, di solito c’è qualcosa che preoccupa.
L’area non è una qualunque. È sotto vincolo paesaggistico, ricade nel PPR (primo stralcio costiero) ed entra nella ZSC “Promontorio, dune e zona umida di Porto Pino” (ITB040025). In soldoni: norme stringenti e priorità alla tutela degli habitat. A complicare il quadro c’è il vecchio PRG del 1976, superato nei fatti: nelle zone vincolate valgono subito le regole del PPR, come ricordano anche gli articoli 143 e 145 del Codice dei beni culturali e la recente giurisprudenza del Consiglio di Stato.
La richiesta dell’associazione è netta: bloccare sul nascere qualsiasi trasformazione edilizia nell’area. Ora la palla passa agli enti chiamati. Capire se il progetto ha davvero le carte in regola non richiede poesia, ma carte. Le dune, nel frattempo, non hanno fretta: le ruspe sì.