La storia del Brescia è finita nel peggiore dei modi dopo 114 anni gloriosi, tra campionati di Serie A e campioni memorabili che hanno vestito la maglia delle Rondinelle. La mancata iscrizione alla Serie C potrebbe venire lenita dalla rinascita del club attraverso il titolo sportivo della Feralpisalò, che permetterebbe di ripartire dalla terza serie, ma nell’attesa dell’ufficialità i tifosi hanno dovuto ingoiare l’ennesimo boccone amaro della gestione Cellino.
L’ormai ex presidente della defunta società si è infatti rifiutato di restituire al Comune le chiavi dello stadio Mario Rigamonti. Un vero e proprio “sequestro”, al quale i vertici cittadini hanno dovuto porre rimedio nel più brutale dei modi: tagliando il lucchetto dello stadio.
“Non è un atto di forza, ma di giustizia" le parole usate dall’assessore allo Sport Cantoni, che si è trovato costretto a chiamare un fabbro per compiere la kafkiana operazione. "Ha cancellato 114 anni di storia e non ha più una squadra. Voltiamo pagina" le caustiche parole usate da Cantoni per chiudere in via definitiva gli 8 anni di gestione Cellino, pieni di delusioni a parte la fugace avventura in Serie A della stagione 2018-’19. Il Brescia era già retrocesso sul campo in Serie C al termine del campionato di B 2022-’23, perdendo il playoff contro il Cosenza, salvo venire poi riammesso per la mancata iscrizione della Reggina.