In una giornata che si tingeva dei colori vividi del lavoro portuale, la tragedia ha colpito come un fulmine a ciel sereno. Raffaele Massa, operaio di 50 anni, originario di Quartucciu, è morto in modo brutale, schiacciato tra due enormi container nel Porto Canale di Cagliari.
Una morte che sa di negligenza, di tragedia annunciata, di quell'inclemenza del destino che troppo spesso si abbatte sul lavoratore.
Massa stava lavorando a bordo di una nave finlandese, noleggiata dal Gruppo Grendi, quando il destino ha girato le sue carte mostrando il volto più crudele.
I container, quei giganti d'acciaio che rappresentano il progresso e il commercio, sono diventati per un attimo strumenti di morte, schiacciando la vita di un uomo che stava semplicemente compiendo il suo dovere.
Il pubblico ministero Daniele Caria, che coordina un'indagine che vede coinvolti la polizia di Stato, lo Spresal della Asl e la Capitaneria, si trova di fronte a un enigma doloroso: come è potuto accadere? Che cosa ha trasformato una giornata di lavoro in una sentenza di morte?
I colleghi di Massa, testimoni involontari di questo dramma, hanno dato l'allarme, un grido disperato in un ambiente dove il pericolo è troppo spesso un compagno silenzioso. Gli operatori del 118, arrivati sul posto, si sono trovati di fronte a una scena che non lasciava spazio a speranze: Raffaele Massa era già lontano, vittima di un incidente che pone domande difficili e dolorose.
L'inchiesta, inevitabile come la notte che segue il giorno, si apre ora su una realtà che troppo spesso rimane nell'ombra: la sicurezza nei luoghi di lavoro, specie in quelli dove il rischio è un costante, amaro compagno. L'autopsia, disposta dal pm, non sarà che un capitolo di una storia già scritta, un atto dovuto in una tragedia che ha già detto la sua parola più amara.
Questa morte non è solo una statistica, non è solo un nome su un rapporto.
È un monito, un grido che si leva dai container, dalle gru, dal mare stesso, che chiede giustizia, che chiede attenzione, che chiede rispetto per quegli uomini e donne che ogni giorno mettono la loro vita nelle mani di un destino troppo spesso scritto con leggerezza. Che la memoria di Raffaele Massa serva a ricordarci il valore del lavoro, ma soprattutto il prezzo inestimabile della vita umana.