Dopo lo spaventoso incendio che ha devastato Punta Molentis, le risorse antincendio in Sardegna sono state mobilitate con decisione. Una sorta di caccia all’uomo per arginare la follia incendiaria che da settimane semina distruzione e paura. È in questo contesto che sabato 26 luglio, lungo la Strada Provinciale 77, due uomini sono stati colti sul fatto mentre cercavano di appiccare un nuovo incendio in una vasta area agricola, costellata di aziende e abitazioni.
Si tratta di Maurizio Porceddu, 57 anni, e Pierangelo Serra, entrambi disoccupati e residenti a San Giovanni Suergiu. Il primo non è nuovo a simili accuse: già nel 2023 era stato arrestato per aver appiccato cinque incendi nella stessa zona. Durante il fermo, i militari hanno trovato in possesso dei due materiali compatibili con l’azione incendiaria. E ulteriori conferme sono arrivate durante le perquisizioni domiciliari, che hanno rafforzato il quadro accusatorio.
A bloccarli sono stati gli uomini del Corpo Forestale della Regione Sardegna, con l’intervento congiunto del Nucleo Investigativo di Iglesias e delle Stazioni forestali di Sant’Antioco, Carbonia e Iglesias. Fermati a bordo della loro auto, sono stati accompagnati alla Stazione Forestale di Carbonia, dichiarati in arresto per concorso in incendio doloso tentato e tradotti nel carcere di Uta, su disposizione del Pubblico Ministero della Procura di Cagliari.
Il 30 luglio, il G.I.P. del Tribunale di Cagliari ha convalidato l’arresto e disposto per entrambi la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Alla base del gesto, spiegano gli inquirenti, ci sarebbero possibili ritorsioni contro i proprietari terrieri della zona. Una vendetta codarda, consumata con il fuoco. Ma questa volta il disegno criminoso è stato interrotto sul nascere.
Determinante, ancora una volta, il pattugliamento sistematico operato dal Corpo Forestale, con il coordinamento della Sala Operativa di Iglesias. L’attività di controllo, frutto di anni di analisi sociale e territoriale, ha permesso di definire un profilo dei potenziali responsabili, formulare ipotesi investigative solide e procedere con riscontri mirati.
Il Corpo sottolinea come questo risultato sia anche merito della tenacia degli agenti della Stazione Forestale di Sant’Antioco e del NIPAF di Iglesias, che – pur gravati da numerose incombenze ordinarie – hanno portato avanti senza sosta un’indagine capillare.
In una stagione segnata da roghi e devastazione, l’arresto dei due piromani rappresenta una risposta concreta e immediata dello Stato alla barbarie del fuoco. Un segnale forte per chi pensa di poter agire nell’ombra, alimentando il terrore tra le campagne della Sardegna.