Stefano Ruggiu non la manda a dire. Vicepresidente del Centro Studi Agricoli e orticoltore nella Nurra, entra a gamba tesa: “L’unica cosa che oggi preme al mondo agricolo è che si smetta con la demagogia. Si smetta di far credere, attraverso inaugurazioni mediatiche e dichiarazioni ottimistiche, che tutto stia andando per il verso giusto. Perché non è vero.”
Il bersaglio? Le recenti “passerelle” politiche per inaugurare l’arrivo dell’acqua nel Cuga. Peccato che, dice Ruggiu, nei tubi non arrivi nemmeno una goccia. “Le inaugurazioni si fanno dopo aver messo l’acqua nei tubi e nei campi, non prima, per scattare fotografie e illudere un certo elettorato.”
Intanto, le aziende agricole che dipendono dal bacino di Truncu Reale restano a secco. Da giorni non ricevono acqua, i trapianti vanno in malora e con loro anche i conti delle imprese.
“Mi chiedo: perché ENAS non manda acqua a Truncu Reale? Cosa stanno aspettando? Quale spiegazione viene data agli agricoltori, oltre al silenzio istituzionale?” chiede Ruggiu.
Poi la stoccata alla Regione: “La Presidente Todde e l’Assessore all’Agricoltura Satta sono a conoscenza di tutto questo? Hanno intenzione di intervenire o preferiscono limitarsi ai comunicati trionfalistici?”
E non finisce qui. Ruggiu tocca anche la gestione del bacino del Cuga: 400 litri al secondo, usati solo tre mesi all’anno. “È l’emblema dello spreco all’italiana. Si potrebbe tranquillamente immettere 400 litri al secondo per 12 mesi e riassegnare il bacino del Cuga definitivamente all’agricoltura, visto che fu pensato, progettato e finanziato proprio per questo scopo.”
“Il Centro Studi Agricoli — conclude Ruggiu — non si presta a recite politiche, ma resta al fianco degli agricoltori veri, di chi lavora nei campi, di chi aspetta l’acqua per salvare il raccolto e non per una foto su un palco.”
Tutto il resto, dice lui, è solo fumo.