L‘inseguimento e il Trionfo di Milan - Giro del Delfinato 2ª Tappa

Il sole di giugno batte sui 204 chilometri che separano Prémilhat da Issoire, mentre il gruppo si allunga già nei primi chilometri di questa seconda tappa del Giro del Delfinato. È lunedì mattina e l'aria profuma ancora di quella quiete che precede sempre le grandi battaglie ciclistiche. Tadej Pogacar porta la maglia gialla con appena quattro secondi di vantaggio su Jonas Vingegaard, ma oggi non sarà il suo giorno. Gli scatti si susseguono frenetici sin dal via. Vermeersch, Combaud, De Marchi, Ourselin, Weiss: i nomi si rincorrono nel primo tentativo di fuga, ma il gruppo li riassorbe come un'onda che tutto ingloba. È allora che Paul Ourselin, la maglia a pois conquistata ieri, decide di giocare il tutto per tutto. Un allungo secco, deciso, e improvvisamente si ritrova solo davanti a un plotone che sembra non accorgersi di lui. Due minuti, tre, poi quattro. Gli UAE Emirates di Pogacar si portano in testa ma senza frenesia, quasi annoiati. Ourselin macina chilometri su chilometri, il vantaggio lievita fino a sei minuti abbondanti mentre affronta in solitaria le prime côtes di giornata. È uno spettacolo antico, quello del corridore che sfida il gruppo con la sola forza delle gambe e l'ostinazione del cuore. Sul primo Grand Prix della Montagna Ourselin passa ovviamente primo, consolidando il suo primato nella classifica scalatori. Dietro di lui, la Lidl-Trek di Jonathan Milan inizia a muovere le pedine insieme all'Alpecin di Van der Poel. Il ritmo si alza impercettibilmente, ma è abbastanza per far scendere il vantaggio sotto i cinque minuti. La corsa entra nel vivo quando si avvicina il traguardo volante. Il vantaggio di Ourselin crolla come un castello di carte: da sei minuti a meno di uno in pochi chilometri. È il momento in cui alcuni corridori decidono di tentare il colpo: Combaud, Guernalec e Juul-Jensen si lanciano all'inseguimento del battistrada e lo raggiungono proprio in vista dello sprint intermedio. Si forma così un quartetto al comando che per qualche decina di chilometri tiene testa al gruppo. Ma è quando si profila all'orizzonte la Côte du Château de Buron, la salita più dura di giornata, che la tappa svela il suo vero carattere. I quattro fuggitivi iniziano a patire, Ourselin e Combaud perdono terreno, il gruppo si fa minaccioso a meno di un minuto. È qui che accade l'imprevisto: Jonathan Milan, il velocista friulano della Lidl-Trek, si stacca. Un momento di difficoltà che potrebbe compromettere tutto, ma la squadra dimostra tutta la sua classe tattica. Ghebreigzabhier e Bernard rallentano per attendere il loro capitano, mentre davanti l'Alpecin di Van der Poel forza l'andatura per impedire il rientro. Il vento contrario gioca però a favore di Milan. Il gruppo fatica ad aumentare il vantaggio sui ritardatari, e quando il friulano rientra nel plotone principale, la corsa cambia volto. I fuggitivi vengono ripresi, Magnus Cort paga lo sforzo della salita e si stacca definitivamente, mentre Milan inizia la sua risalita verso le prime posizioni. Gli ultimi quaranta chilometri sono un crescendo di tensione. Romain Bardet prova il numero da fuoriclasse con un attacco a diciannove chilometri dal traguardo, guadagna ventuno secondi e per un momento sembra poter bissare le gesta di Ourselin. Ma il gruppo non perdona, lo riprende a dieci chilometri dalla conclusione, e tutto si decide negli ultimi quattro chilometri. Il breve strappo finale non scuote il plotone, che affronta la salita a ritmo regolare. La UAE di Pogacar controlla nelle prime posizioni, ma è quando inizia la discesa verso Issoire che la Lidl-Trek mostra i muscoli. Milan è perfettamente posizionato, ha con sé tre compagni di squadra, e Van der Poel si mette nelle sue ruote come un predatore che studia la preda. L'ultimo chilometro è pura adrenalina. Stuyven si sposta, Theuns parte in anticipo per lanciare Milan. Il belga fa il suo dovere alla perfezione, il friulano ingrana la marcia giusta e scatta. Van der Poel prova la rimonta disperata, ha le gambe per provarci, ma questa volta non bastano. Negli ultimi cinquanta metri Wright e Fredheim lo scavalcano, mentre Milan alza le braccia al cielo in una volata che vale oro. Non è solo una vittoria di tappa per il corridore di Tolmezzo. Grazie agli abbuoni e alla somma dei piazzamenti, Milan si prende anche la maglia gialla di leader, trasformando una giornata che sembrava compromessa sulla Côte du Château de Buron in un trionfo completo. Il Giro del Delfinato ha un nuovo padrone, almeno per una notte. E mentre il sole tramonta su Issoire, Paul Ourselin può sorridere alla sua giornata di gloria solitaria, anche se è stata Milan a scrivere la pagina più bella di questa seconda tappa che rimarrà negli annali per tattica, coraggio e spettacolo puro.

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