L’Italia a fatica piega la resistenza della Moldova. È stata l’ultima di Spalletti sulla panchina azzurra

?Fatica, ancora fatica. E un risultato che non fa sorridere davvero. Esultiamo per due a zero con moltissima moderazione. E la scossa tanto attesa? Mah, nel futuro ciclo probabilmente arriverà, anche perché contro la Moldova non s’è vista. Solamente due gol, mentre la Norvegia continua a vincere e tutta le gente si attendeva la reazione, l’esplosione di gol, la rabbia di schiacciare incubi e rivoluzioni, di ripartire per bene nella serata della “Last Dance” di Luciano Spalletti. Invece, due gol. Due soli gol. E tante occasioni per la Moldova. Male insomma. L’Italia va in rete con Raspadori e Cambiaso e il fatto bizzarro (anche più di uno in verità) è che Donnarumma ha accartocciato due occasioni vere della Moldova, che il Var ha salvato tutto nello 0-1 poi annullato di Nicolaescu a inizio gara e che insomma, serviva molto di più anche se la vittoria è già un primo passo. In attesa di Sir Ranieri, ovviamente, e dell’ennesima pagina da voltare. Per la sua “Last Dance” il ct in uscita Luciano Spalletti decide di mettere Bastoni centrale difensivo in mezzo a Di Lorenzo e all’esordiente Ranieri (dodicesimo deb dell’Era Spalletti), Cambiaso e Dimarco sui lati, Frattesi, Ricci e Tonali in mezzo con Raspadori dietro a Retegui. La Moldova, col 3-5-2 spesso declinato in difesa a cinque, ha Nicolaeuscu davanti, l’ex conoscenza italiana Ionita in mezzo e insomma tutti pensano che sia la gara della goleada, del “ricominciamo”, della speranza sotto forma di gol a valanga. La prima volata, che però porta a nulla, è di Raspadori: l’Italia sembra avere più proposizione rispetto a Oslo, e ci mancherebbe. Spalletti si guarda in giro, passano tre minuti e dà la prima indicazione (proprio all’attaccante del Napoli), Luciano resta in piedi, è la sua ultima partita, la numero 24 e finire bene è quantomeno obbligato. Per otto minuti c’è un’Italia che prova a schiumare calcio, non riuscendovi, e una Moldova (con anche idee) che sta chiusa e riparte, un classico disegno di legge per chi cerca la gloria. Ma al 9’, l’impensabile: la Moldova va in vantaggio con Nicolaescu, sconcerto totale in campo e sugli spalti, ma il Var lo pesca in fuorigioco rispetto alla posizione di Bastoni. Passato il pericolo, o il “rossore”, l’Italia si riprende e il pubblico del “Mapei” pure: Tonali decide di andare in solitaria, tiro da 40 metri che finisce in curva. Ci riprovano gli azzurri: Ranieri, colpo quasi sottoporta e palla fuori. Serve reazione e servono gol, la fretta fa fare le cose peggio, ma l’Italia non riesce a trovare la qualità negli ultimi dieci metri. Al 26’, ancora brividi: per noi. Caimacov è lanciato a rete sulla destra, l’arbitro non intravvede i dettagli per il calcio di rigore, anche perché Dimarco lo sfiora appena con le braccia. Ci salviamo ancora con la Moldova lanciata a rete sulle nostre dimenticanze. Intanto inquadrano Zola in tribuna: ecco, mancherebbe uno come lui, nella zona di trequarti in cui l’Italia non riesce a far succedere qualcosa di bello per rendere più serena la serata a tutti. Al 37’, Retegui ha lo spazio per girare e guardare Avram negli occhi: gira sì ma a lato, niente specchio della porta. Al 39’, è ancora 0-0: siamo su “Scherzi a parte”, urla un tifoso al Mapei. Ci provano Ricci e poi arriva Jack: minuto 40’, gioco che va su, cross di Ranieri, spazza Ionita ed ecco Raspadori – con una botta sul primo palo - sbloccare la situazione. Botta secca e Italia in vantaggio, 1-0 che nasce da un’idea, finalmente, quella del giocatore viola ma anche dalla respinta lieve di Ionita. La Moldova che fa? Non tace: al 43’, è Reabciuk che si fa parare una botta violenta da fuori area da Donnarumma che poi azzera un tentativo di Ionita e poi viene aiutato da Dimarco (sulla linea) davanti a un colpo di testa di Dumbravanu. Ripresa: esce Dimarco e dentro Orsolini (Cambiaso va a sinistra), Barella prende il posto di Ricci: serve onorare il secondo tempo, il discorso è sempre lo stesso e Orso prova subito ad attaccare la profondità. Ma la Moldova va avanti, ancora, con l’Italia che la fa entrare in area: cross di Platica, testa di Postolachi, brivido, fuori. L’Italia ha un livello tecnico superiore e serve far sì che la classe possa dominare: Orsolini va via a destra, palla in mezzo che arriva a Cambiaso ed ecco il 2-0. Va meglio, ma non certo alla grande. Ora l’Italia è più sciolta, il popolo italiano dentro al Mapei canta il “Po po po po” e insomma l’entusiasmo cresce ma due gol considerando tutto sono ancora pochi, anche perché (semmai) conterà la differenza-reti nell’inseguimento del sogno. L’Italia continua a cercare il terzo gol, la Moldova arriva ancora dalle parti di Donnarumma (con Platica e Postolachi), poi Ranieri si infortuna in un contrasto con Baboglio (dentro Coppola). Morale: si attendeva la goleada e non c’è stata. Anzi, l’Italia finisce per subire: brava Moldova e Donnarumma che ne para altri tre nel finale. Doveva andare meglio di così.

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