Certe giornate, più che raccontate, andrebbero respirate. Come l’erba alta di un campo rugbistico bagnata di sudore e giovinezza. Ieri, nel cuore del parco di Baddimanna, la piccola tribù dell’Amatori Rugby Alghero – categoria Under 14 – ha dato mostra di sé alla manifestazione Monte Rosello c’è, portando in scena non solo qualche touche ben piazzata e un paio d’impatto sugli scudi, ma anche – e soprattutto – il senso profondo di uno sport che non ha bisogno di riflettori per insegnare dignità, rispetto e appartenenza.
A fare da cornice: vigili del fuoco, forze dell’ordine, protezione civile, i cugini del Sassari Rugby e altre associazioni sportive locali. La dimostrazione è salita anche sul palco, con la coach Margherita Tsatsaris a spiegare microfono alla mano lo spirito della disciplina ovale, quella che insegna a cadere, a rialzarsi, a passare la palla indietro per andare avanti tutti insieme.
Poi via, tutti in campo. Trasferimento all’“Arena del Sole” dove le maglie si mischiano, i nomi si confondono, ma i placcaggi restano veri. Niente rivalità, solo partita. Alghero e Sassari insieme, in una di quelle sfide che valgono doppio: perché non si gioca per vincere, ma per rispettare il compagno, qualunque sia la sua casacca.
Il terzo tempo, com’è d’obbligo, ha completato il rito. Ma stavolta con un tocco in più: gavettone finale sul campo, con risate, urla, abbracci e un entusiasmo che – a raccontarlo – par quasi banale, ma che dal vivo ha il profumo delle cose sincere.
Così si costruisce il futuro: non solo con mete e placcaggi, ma con giornate come questa, dove ogni giovane rugbista scopre che la palla è sì ovale, ma l’amicizia è rotonda, piena, indivisibile.
E chi c’era lo sa: il rugby non si guarda, si vive.