All’Allianz Arena di Monaco di Baviera, davanti al pubblico delle grandi occasioni, il Paris Saint-Germain di Luis Enrique spazza via l’Inter con un perentorio 5-0 e alza al cielo la prima Champions League della sua storia. Un trionfo netto, costruito con dominio tattico, velocità devastante e un uomo copertina: Désiré Doué, classe 2005, che entra nella leggenda come il più giovane calciatore a partecipare direttamente a tre reti in una finale europea.
La serata era cominciata con una nota musicale di grande suggestione: sul palco della cerimonia pre-partita i Linkin Park, orfani dal 2017 del compianto Chester Bennington, si sono esibiti con la nuova voce Emily Armstrong, già fondatrice dei Dead Sara. Uno spettacolo degno della cornice, prima che la palla cominciasse a rotolare alle 21 sotto la direzione dell’arbitro rumeno Istvàn Kovàcs.
Le formazioni. Luis Enrique opta per il 4-3-3: tra Dembélé e Kvaratskhelia, il ballottaggio viene vinto da Doué, che si piazza a destra nel tridente. Inzaghi risponde con il consueto 3-5-2: Pavard, Acerbi e Bastoni davanti a Sommer; Dumfries e Dimarco sugli esterni; Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan in mediana; davanti Lautaro e Thuram.
La partita. Bastano 12 minuti per capire l’inerzia dell’incontro: Vitinha serve Doué al limite, il giovane francese manda in tilt la difesa nerazzurra e appoggia per Hakimi, che sblocca il risultato. Otto minuti dopo, Dembélé sfonda sulla sinistra e serve Doué, che trova il raddoppio complice la deviazione decisiva di Dimarco. L’Inter abbozza una reazione con due colpi di testa fuori misura di Acerbi (23’) e Thuram (37’), ma la pressione francese è costante. Kvaratskhelia sfiora il tris nei minuti di recupero con due occasioni in fotocopia.
La ripresa non cambia spartito. Il Psg continua a martellare: Kvaratskhelia e Dembélé sciupano in avvio, Barella prova a sorprendere Donnarumma ma trova l’opposizione di Marquinhos. Al 63’ la squadra di Luis Enrique chiude definitivamente i conti: azione verticale rifinita da Dembélé, assist per Vitinha e palla che arriva ancora a Doué, glaciale davanti a Sommer per il 3-0.
Il poker arriva al 73’ con Kvaratskhelia, liberato ancora da Dembélé e preciso col mancino. All’86’, infine, la quinta rete: Mayulu, appena entrato, completa la goleada dopo una bella combinazione con Barcola, che aveva già sfiorato la cinquina pochi minuti prima. L’Inter, dal canto suo, si affaccia con pericolosità solo al 75’, con un tiro rasoterra di Thuram bloccato da Donnarumma.
La disfatta. Per l’Inter di Simone Inzaghi è la seconda finale persa in tre stagioni, dopo il ko del 2023 contro il Manchester City. Ma stavolta il peso della sconfitta è più amaro: mai nessuna squadra aveva perso una finale di Champions League con cinque gol di scarto.
La consacrazione. Désiré Doué, vent’anni da compiere il 3 giugno, è il simbolo di questa serata storica. Due gol, un assist, personalità da veterano e una prestazione che resterà negli annali. Il Psg, dopo anni di rincorsa, trova finalmente l’Europa e la conquista con autorità. L’Inter, invece, torna a casa con la lezione più dura: quella inflitta quando si perde senza aver mai davvero giocato.