Giovanni Sulis, cent'anni di vita e memoria: il nonnino del Circolo De Amicis festeggia con il cuore pieno

In una giornata di sole tiepido e sorrisi sinceri, il Circolo De Amicis si trasforma in una casa colma d’affetto. È qui che si festeggia un compleanno speciale, anzi straordinario: i 100 anni di Giovanni Sulis, “nonnino del circolo”, testimone vivente di un secolo di storia italiana, uomo gentile e tenace nato a Tonara nel 1925 e da tempo residente nel cuore di Cagliari. Il circolo compie 35 anni proprio quest’anno. Ma oggi, tutti gli occhi e i cuori sono per lui, per Giovanni, ex poliziotto che prestò servizio da giovane in Toscana e poi, dal 1958, a Cagliari, città che non ha più lasciato. Racconta con umiltà i suoi giorni in divisa, le strade percorse, gli incontri, le paure, le piccole grandi vittorie quotidiane. E lo fa con lucidità sorprendente, nonostante la pressione un po’ bassa che lo rallenta appena. “Resisto”, dice con un sorriso. Accanto a lui c’è Michelina, la sua adorata moglie, 84 anni. Una vita trascorsa insieme, condividendo ogni battito e ogni sfida. Due figli, Michele e Antonella, e due nipoti che lo coccolano come si fa con i patriarchi di famiglia. Al circolo, lo trattano come un re. O meglio, come un nonno, con l’affetto che si riserva a chi ha attraversato il tempo senza mai perdere la dignità. Alla domanda “Come si fa ad arrivare a 100 anni?”, Giovanni risponde semplicemente: “Non lo so”. E in quella risposta c’è tutta la sua filosofia. Niente retorica, niente ricette miracolose. Solo la vita, vissuta con pazienza, onestà, senso del dovere, e una costante, discreta capacità di amare. Domani, il sindaco di Cagliari verrà a trovarlo. Un gesto simbolico ma sentito, che onora non solo l’uomo, ma il valore di un'intera generazione. Giovanni rappresenta un’Italia che oggi tende a dimenticare i suoi custodi della memoria, ma che ogni tanto sa ancora fermarsi, ascoltare, applaudire. Cent’anni sono un viaggio. E Giovanni Sulis, da Tonara a Cagliari, lo ha compiuto con passo sicuro e sguardo limpido. Grazie, Giovanni. Perché con la tua voce, il tuo sorriso e la tua semplice presenza ci ricordi cosa significa davvero vivere.

Cronaca

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