Il 13 dicembre è Santa Lucia: è davvero "il giorno più corto che ci sia?"

  Il 13 dicembre è Santa Lucia, ed in Italia molti conoscono l'antico detto "santa Lucia, il giorno più corto che ci sia". Fino a cinque secoli fa, per la precisione fino al 1582, la festa di santa Lucia cadeva proprio in corrispondenza del solstizio d'inverno. Quell’anno però, 438 anni fa, entrò in vigore il calendario gregoriano, una grande riforma voluta dal papa Gregorio XIII per rimediare agli errori del calendario giuliano. Nel 1582 vennero eliminati i giorni dal 6 al 15 ottobre, proprio per recuperare l’errore del calendario giuliano, che avrebbe portato la celebrazione della Pasqua sempre più verso l’estate. Dopo la grande riforma gregoriana del calendario, l’errore venne corretto. Oggi il calendario gregoriano è usato in molti paesi del mondo, fra cui quelli dell’Europa. 

  Santa Lucia però, che prima coincideva con il solstizio, ora cade una decina di giorni prima. Ed ecco spiegato il motivo di questo piccolo sfasamento. Il detto popolare però è rimasto, anche perché in fondo manca soltanto una settimana al solstizio, e ci troviamo effettivamente nei giorni più corti dell'anno. Santa Lucia è una delle sante più venerate nella tradizione cristiana, ed è particolarmente famosa per essere considerata la protettrice della vista. La sua festa si celebra il 13 dicembre, giorno in cui, secondo la tradizione, Lucia subì il martirio a Siracusa, sua città natale, nel 304 d.C. durante le persecuzioni di Diocleziano. Le fonti più antiche e attendibili su Santa Lucia sono gli atti greci e latini degli inizi del V secolo: in particolare, la ricerca scientifica più recente in campo agiografico ha riabilitato l’autenticità della “Passio” latina, analizzandone con puntualità il testo e riscontrandone l’esattezza terminologica del linguaggio giuridico e la congruenza dei dati storici. La leggenda narra che Lucia consacrò la sua vita a Dio e fece voto di castità. Quando un giovane pagano la chiese in sposa, attratto dalla bellezza dei suoi occhi, lei li strappò e glieli inviò per dimostrare la sua fede incondizionata verso il Signore e per rifiutare il matrimonio. In seguito, Dio le avrebbe miracolosamente restaurato la vista. Questo evento è all'origine del suo patronato sui malati degli occhi. Inoltre, la sua storia è collegata alla diffusione della devozione alla luce in un periodo dell'anno caratterizzato da brevi giornate e lunghe notti, simboleggiando così la speranza cristiana nel trionfo della luce sulle tenebre. Il culto di Santa Lucia si diffonde quasi subito da Siracusa in tutta la Sicilia e poi nel Nord Italia (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige). Patrona di Siracusa e di Venezia insieme a San Marco, generazioni di bambini hanno imparato ad amarla perché ogni 13 dicembre, secondo un’antica tradizione, la stupenda e dolce fanciulla, coperta da un candido velo, porta loro caramelle, dolci e giocattoli, accompagnata da un asinello e dal suono di una campanella. 

  I bimbi scrivono una lettera a Lucia chiedendo i doni che desiderano ricevere e, prima di andare a dormire, la lasciano vicino alla finestra, con un po’ di biada per l’asinello e biscotti per la santa siciliana. Al mattino, appena svegli, i bimbi trovano sotto la finestra i doni portati dalla bella e buona Lucia. Secondo la tradizione popolare, intorno al XIII secolo, a Verona una grave malattia agli occhi colpisce i bambini della città. Per chiedere la grazia della guarigione a Santa Lucia, i genitori decidono di recarsi in pellegrinaggio, senza mantello e a piedi nudi, presso la Chiesa di Sant’Agnese, dedicata anche alla martire siracusana, dove oggi sorge il Palazzo Comunale. Il freddo pungente non invoglia i fanciulli a lasciare il calduccio delle abitazioni, così i genitori, per indurre i figli ad uscire di casa, promettono che al loro ritorno avrebbero trovato dei doni lasciati da Santa Lucia. I piccoli accettano con entusiasmo, partecipano al pellegrinaggio e la malattia sparisce. Così da quel giorno, ogni 13 dicembre, i bambini aspettano Santa Lucia che con il suo asinello porta i doni. In Sicilia in questo giorno si usa mangiare un dolce tipico: la “cuccìa”, grano intero bollito e condito con ricotta e cioccolato, a ricordo di un miracolo compiuto dalla santa nel 1646: durante una carestia approda una nave carica di grano che, per fame, il popolo mangia così com’è, senza macinarlo. Le spoglie della santa oggi si trovano a Venezia, presso la Chiesa dei Santi Geremia e Lucia, sul Canal Grande, non lontano dalla stazione ferroviaria, meta di moltitudini di fedeli provenienti da tutto il mondo. Santa Lucia, festeggiata anche nel Nord Europa (Russia, Polonia, Finlandia, Danimarca e Svezia), protegge la vista, considerata il bene più prezioso e viene invocata contro cecità, malattie degli occhi, dissenteria ed emorragie. È patrona di ciechi, oculisti, ottici ed elettricisti. A lei si chiede la “luce”, non solo per illuminare gli occhi, ma anche la mente e il cuore.

Cultura

Elvis Presley: il re del rock 'n' roll.
  Elvis Presley, nato l'8 gennaio 1935 a Tupelo, Mississippi, è stato uno dei più celebri e influenti artisti della storia della musica. Conosciuto come il "Re del Rock 'n' Roll", Elvis ha rivoluzionato il panorama musicale degli anni '50 e '60 con il suo stile unico e la sua voce potente. Elvis ha iniziato la sua carriera musicale ne...

29 Aprile: Santa Caterina da Siena
Santa Caterina da Siena, nata Caterina di Jacopo di Benincasa nel 1347 a Siena e morta a Roma nel 1380, rappresenta una delle figure più emblematiche del misticismo cristiano medievale. Terziaria domenicana, teologa autodidatta e diplomatica ante litteram, la sua vita si intrecciò con le tumultuose vicende politiche e religiose del XIV secolo, segn...

GREMIO degli ORTOLANI  FESTA PATRONALE della MADONNA di VALVERDE a SASSARI – Aprile 2025
L’antico Gremio degli Ortolani di Sassari è in festa; e per questo fine settimana onorerà la propria patrona Nostra Signora di Valverde, come da secoli di tradizione, fedeltà e amorevole cura, attraverso una serie di appuntamenti religiosi. Il giorno giovedì 24 aprile 2025 alle ore 16:30 presso la chiesa di San Francesco si provvederà alla vesti...

The Beatles: fab four e rivoluzione musicale
I Beatles, formati a Liverpool nel 1960, sono stati una delle band più influenti e celebrate nella storia della musica. La formazione classica comprendeva John Lennon alla chitarra ritmica e voce, Paul McCartney al basso e voce, George Harrison alla chitarra solista e voce, e Ringo Starr alla batteria. Il loro stile unico e la capacità di s...

Francesco, l'uomo che portò la strada in Vaticano: un'eredità di umiltà e coraggio
Francesco, l'Uomo che Portò la Strada in Vaticano: Un'Eredità di Umiltà e Coraggio Francesco... semplicemente Francesco. Un nome simbolo di umanità e coraggio. Un uomo che ha saputo portare la strada, la vita vera, dentro le mura vaticane. Un reporter, testimone di tante storie, non può che ammirare chi, pur nel vertice del potere, ha saputo resta...

Pink Floyd: pionieri del rock psichedelico e progressivo.
  I Pink Floyd, formati a Londra nel 1965, sono stati una delle band più influenti e innovative nella storia della musica. La formazione originale comprendeva Syd Barrett alla chitarra e voce, Roger Waters al basso, Nick Mason alla batteria e Richard Wright alle tastiere. Nel 1968, David Gilmour si unì alla band, sostituendo Barrett che ...

Domenica di Pasqua in Sardegna: sincretismo religioso e identità culturale
La domenica di Pasqua in Sardegna non è semplicemente una celebrazione liturgica, ma un palcoscenico dove storia, fede e identità si intrecciano in un rito collettivo che travalica i confini del sacro. Tra i vicoli acciottolati dei borghi medievali e le piazze assolate delle città costiere, l’isola rivive ogni anno un dramma teologico che affonda l...

Sabato Santo in Sardegna: storia e tradizioni
La Settimana Santa in Sardegna rappresenta un intreccio unico di devozione popolare, tradizioni secolari e influenze culturali, con il Sabato Santo che emerge come giorno carico di simbolismo e rituali profondamente radicati. Questo periodo, noto in sardo come *Sàbudu Santu*, segna il passaggio dal lutto della Passione alla gioia della Resurrezione...