Silvia Perra vive un dramma insopportabile dopo aver assistito all'omicidio del suo fidanzato, Fabio Piga, durante un turno di lavoro in un pub di Cagliari. Fabio, ex carabiniere e conosciuto come un "gigante buono" tra gli amici, è stato colpito al cuore con una coltellata da Yari Fa, un giovane di vent'anni. La sua vita è stata stravolta in un attimo, in quello che doveva essere un normale sabato sera. Suo malgrado, Silvia ha visto tutto il suo mondo sbriciolarsi e ha condiviso un toccante messaggio sui social, esprimendo il suo amore per Fabio e la tristezza per la vita che gli è stata portata via.
La giustizia italiana ha emesso una condanna di soli 10 anni e 8 mesi nei confronti di Yari Fa, il quale ha beneficiato di un rito abbreviato e di una perizia psichiatrica che ha attestato la sua semi-infermità mentale.
Silvia critica questa pena, descrivendo come poco valore venga attribuito alla vita di Fabio, un uomo rispettabile, gentile e affettuoso. La sua lettera ad alta voce ripercorre i sogni e le speranze che insieme avevano costruito, ora inceneriti da un gesto violento e ingiustificato.
In conclusione, Silvia riflette sull'ineffabilità della giustizia umana e sulla perdita irreparabile subita, auspicando una giustizia divina che possa in qualche modo bilanciare il dolore e l'ingiustizia subiti. La sua testimonianza rimane un forte appello alla sensibilizzazione riguardo al valore della vita e alle conseguenze tragiche della violenza.