Cagliari. La Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basato sulle Evidenze). L'ultimissimo suo rapporto di queste ore dice che in Sardegna più di 270 mila sardi nel 2024 hanno dovuto rinunciare alle cure mediche. È la testimonianza diretta che il Servizio Sanitario Pubblico non è adeguatamente operativo. Il dato è peggiore rispetto al 2023, segno che la cura Bartolazzi nell'Isola non funziona. Anche altri indicatori del rapporto delineano carenze inaccettabili nel sistema salute della Sardegna. L'emergenza principale della Regione, la Sanità, va dunque verso un peggioramento istituzionale, considerato che lo stesso rapporto calcola in 150 le unità di medicina generale mancanti. Con negazione del diritto alla assistenza di larghe e importanti fasce della popolazione. Tra l'altro il deputato Ugo Cappellacci (Forza Italia) ex presidente della Regione, rincara la dose pubblicamente: "i soldi ci sono, ma vengono tenuti nel cassetto". Ha tutta l'aria di essere una accusa strumentale. Ovviamente. Ma lo scenario non può non destare forte preoccupazione. Parlo a nome di tutti quei sardi ai quali l'elementare e primario bene personale della salute è senza tutele. Che devono attraversare le forche caudine di tempi lunghissimi anche per un esame. E per questo spesso rinunciano. Senza contare i penosi e costosi viaggi della speranza in entità ospedaliere di altre regioni. Sono problematiche ben note. Che aspettano se non la soluzione almeno segnali che il percorso intrapreso sia quello giusto. Ma, come dice la Fondazione Gimbe, non pare sia proprio così. Mario Guerrini.