Alghero: comitati contro la bretella ferroviaria Alghero-Mamuntanas, chiesto lo stop del progetto e una revisione totale

Una lettera aperta destinata ai vertici della Regione Sardegna sta riaccendendo il dibattito sulla realizzazione della bretella ferroviaria tra l’Aeroporto di Alghero e la stazione di Mamuntanas. I firmatari – il Comitato Metrotranvia Sassari Alghero Sorso, il Comitato di Borgata Guardia Grande – Corea, il Comitato Zonale Nurra e il Coordinamento Regionale Sardegna della LIPU – si sono rivolti alla Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, al Presidente del Consiglio Regionale Piero Comandini, al Portavoce Nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli e al Dirigente Regionale di Europa Verde Antonio Piu, per chiedere l'annullamento del progetto e la rimodulazione delle risorse.

Al centro della protesta, la realizzazione di un'infrastruttura ferroviaria lunga circa 6.700 metri, con oltre mille metri in viadotto e oltre quattromila metri in rilevato, destinata a collegare l’Aeroporto di Alghero con la stazione di Mamuntanas. Un’opera considerata dai comitati “fortemente impattante” sul territorio, in particolare sull'area della Bonifica di Alghero, un sito storico identitario riconosciuto dal Piano Paesaggistico Regionale (PPR).

Secondo i comitati, il progetto ferroviario non solo minaccia il paesaggio agricolo-residenziale, ma risulta anche incoerente rispetto alla programmazione regionale, che prevede la trasformazione della rete ferroviaria in una rete tranviaria, in linea con il progetto generale per la Metropolitana Leggera di Sassari. "Si sta portando avanti un progetto che non risponde alle reali esigenze di mobilità del territorio e che rischia di compromettere l'ambiente senza offrire benefici concreti", si legge nella lettera.

La polemica non riguarda solo la scelta del tracciato, ma anche la tecnologia scelta per la trazione ferroviaria: l'idrogeno. Secondo i firmatari, questa soluzione si è già dimostrata inefficace in altre realtà europee, dove gli esperimenti sono falliti, mentre la Regione Sardegna prosegue su questa strada, ignorando le esperienze negative già maturate altrove.

"Il progetto è stato calato dall’alto, senza una reale condivisione con le comunità locali e senza un’adeguata valutazione delle alternative", accusano i comitati. La soluzione indicata come alternativa è chiara: la realizzazione di una linea tranviaria, meno impattante e più coerente con le esigenze del territorio.

Per queste ragioni, i firmatari chiedono l’immediata sospensione del progetto, la rimodulazione dei fondi già stanziati e la ridefinizione dell’intero intervento. "Vi chiediamo di intervenire con l’autorevolezza propria dell’Autonomia regionale per fermare questa opera e avviare una discussione reale e trasparente sul futuro della mobilità nel nord-ovest della Sardegna".

La lettera si conclude con la richiesta di un incontro urgente con i destinatari per discutere direttamente le criticità del progetto e le possibili soluzioni alternative. Un confronto che, secondo i comitati, è finora mancato, lasciando spazio a decisioni imposte dall’alto senza considerare le esigenze del territorio.

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