La Shining Production in collaborazione con Alguersummerfestival ha organizzato il 10 agosto del 2025 all’Anfiteatro Ivan Graziani “L’ultra acustic Manu Chao” che ha condiviso il palco con l’apprezzata e amata band “Train to Roots” e l’artista “Bujumannu” i quali hanno offerto al pubblico numeroso non uno spettacolo, ma un concerto indimenticabile per la storia dell’isola e della performance degli artisti medesimi. Sottolineo che non è stato uno spettacolo, lessema troppo riduttivo per designare la comunione d’intenti e di energie stabilitasi tra gli artisti ed il pubblico presente. Tale concerto ha seguito una sua linea vitale con incluso la partecipazione e la condivisione del palco con tutti gli artisti i quali hanno saputo incontrarsi non solo attraverso il linguaggio musicale, ma incluso quello testuale e linguistico creando così una sonorità e frequenze energetiche di comunione in un periodo dove troppo spesso si vogliono affermare le divisioni belligeranti e le barriere umane tra le genti ed i popoli. Parola chiave nell’unico messaggio parlato rivolto al pubblico dell’artista franco ispanico è stata la parola PACE più volte reiterata nell’elencare tutti i paesi in guerra del pianeta. Non vi è stata la pronuncia della parola “contro” che paradossalmente evoca il contrasto in un rapporto dialogico, ma è proprio il lessema PACE che ha voluto emergere nella visione umana del rispetto dei popoli e del pianeta. Non a caso lo sfondo dello scenario rappresentava i visi degli indigeni della martoriata Amazzonia i quali lottano per la salvaguardia della madre terra che ci nutre alimenta e ci sostiene perché siamo un tutt’uno con la creazione della Terra, la Sacra Pachamama o Mapu, e del Cosmo vivente. Grazie Alghero per questo respiro musicale di speranza perché bisogna lottare e credere nella pace. Prossima Stazione? Speranza! I testi delle canzoni di Manu Chao presentano una grandissima varietà di temi geografici. Dalla globalizzazione, alla gentrificazione, emigrazione, clandestinità, cambiamenti climatici, inquinamento, tutela dei popoli indigeni, difesa dell’ambiente e della natura. Nelle sue canzoni è presente una multiculturalità sia linguistica che musicale dove l’artista organizza il suo mondo tematico in funzione di questo universo di pluralità dal suo punto di vista della tolleranza e dell’integrazione. Frutto del suo pensiero sono le referenze costanti nelle sue produzioni musicali delle differenti parti del mondo, paesi, città, e territori della geografia mondiale e accanto a questa molteplicità geografica è incluso anche il riferimento al movimento continuo, sia a quello esplicito che implicito, nelle sue varianti come movimento fisico del corpo, degli elementi, da quello migratorio, di viaggio e della natura. La configurazione del viaggiare da un luogo ad un altro viene espresso non solo dai generi musicali e operazioni sonore tecniche che vengono adottate nei suoi temi musicali, ma queste vengono anche accompagnate dalle pluralità linguistiche adottate ed espresse nelle canzoni.
La sua arte compositiva espressione di una musica denominata Mestiza, meticcia, fa anche allusione alla permanenza delle radici dell’artista e di tutti gli uomini, che non implica supporre la perdita della propria identità e cultura. C’è sempre un andare e ritornare o portare con sé le proprie radici dove l’identità socioculturale di tutti viene rappresentata come una ricchezza della civiltà umana e non come un’omologazione dettata dalla feroce globalizzazione che massifica e distrugge le minoranze. Vi è una sorta di prospettiva di pensiero di accettazione di un mondo di varietà all’interno di una pluralità universale planetaria. Proprio da questo punto di vista emerge l’importanza del paesaggio nelle canzoni di Manu Chao, da quello della natura, a quello urbano cittadino e quello del quartiere e degli amici del bar dove ci si incontra e si fa musica secondo la tradizione della rumba. Le canzoni di Manu Chao per la maggior parte sono frutto delle esperienze dei molteplici viaggi che l’artista effettua nel mondo e come la sua musica l’umanità viaggia come lo spostamento del vento che viene e che va. L’uomo non è separabile dai propri luoghi. Egli convive dentro di sé molti luoghi che costituiscono e costruiscono la sua storia ed identità fin dalla nascita. Nella sua relazione con gli ambienti, fin dai primi giorni di vita si crea una reciprocità che include delle discriminazioni cognitive e componenti emotive e culturali. In queste relazioni si forma l’identità e da ciò dipendono le dimensioni estetiche dei gusti e dei disgusti, dei rapporti lunghi e mutevoli del vivere i luoghi, il cambiamento delle città e dei quartieri, del paese, delle campagne, mare e montagna, così come il passaggio delle stagioni, quelli generazionali, le festività ecc. Anche la musica nel far parte dell’esistenza umana, come suoni organizzati dall’uomo, crea quelle relazioni culturali e sociali tra ciò che sentiamo e viviamo nei luoghi. Il riconoscersi e il rassicurarsi nei suoi e nei luoghi sono il risultato di ciò che è nella memoria, nell’estetica e nei luoghi del sé. L’artista Manu Chao mostra tre sfere e dimensioni del rappresentare la musica e i luoghi. La sfera della forma canzone, quella discografica, del disco con i suoi testi inerenti alle visioni geopolitiche, ideologiche e personali; quella del live e della performance e quella del musicista del quartiere e del bar del quartiere. La sua musica è un insieme di influenze musicali e culturali dalle quali non si può prescindere per comprendere il suo universo ed il proprio mondo interiore. Come ogni parlante, egli possiede una propria conoscenza del mondo e ciò gli permette di esprimere e trattare i diversi temi. Ogni canzone è il risultato di questa dimensione strettamente relazionata all’uso plurilinguistico che fa il fruitore. La multiculturalità ne è una base di partenza ideologica che caratterizza l’artista il quale organizza il proprio mondo artistico in funzione di questi pluriuniversi con riferimenti costanti alla geografia mondiale utilizzando i nomi delle Nazioni e nazionalità, Stati, città, paesi, territori, vie, luoghi metropolitani e non, negozi, e stazioni ferroviarie, ecc. Anche da queste ampie tematiche deriva l’importanza del paesaggio e dei relativi riferimenti nei testi di Manu Chao, che ne fa strumento referente sia all’urbanità che alla natura. La maggior parte delle canzoni stilisticamente utilizzano diverse espressioni metonimiche, metaforiche, anaforiche e ridondanti, ed inoltre gli idiomi utilizzati ne arricchiscono l’essenza del contenuto.
Diversi gli elementi paesaggistici: el viento, la mar, la lluvia, la montaña, la marea, la Gran Vía, la ciudad, el barrio, la calle, the jungle, le boulevard, le jardin. Altresì le metafore e le metonimie: Mamacita, Pachamama, mundo de mentira, mundo al révès, la frontera, Siberie, Gardens of hope, Seeds of freedom, por tus tierras, cementerio, por el suelo, por el camino, la última ola. Ed ancora i luoghi dettagliatamente citati: Babylón, Ceuta, Gibraltar, Congo, Kyoto, Japón, Estados Unidos, Maracaíbo, Tijuana, Pan Americana, calle del Desengaño, Jeréz, Estación Esperanza, Eldorado (Brasile), Inglaterra, Mozambique, Washington, Fisterra, Habana, Cuba, San Salvador, El Salvador, Managua (Nicaragua), Malasaña, Coruña, Guatemala, Denia, Algeria, El Djazaïr, Chaps Elisées, Paris, Siberie, Feliz Potin, le p’tit jardin, rue de Courcelle, rue de Panoyaux, boulevard Brune, Boulevard Mortier, bar le Mortier, bar la Lorraine, Gare du Nord, Zaire, Masai, peruano, boliviano, algerino, Monrovia, Palestina, Bagdad, Fallouja, Afrique, Amerik, El Hoyo, Tepito Fayuca, Jamaica, China, Suiza, Tokyo, Arizona, Amsterdam, Milano, Baijin, Taiwan, London bridge, Dubai, Barcelona, Saint Pau, Barrio Chino, Rambla, Mercé, carrer de Avinyó, Els Escudellers, Bixo, Bahía.