La Banca d’Italia ha diffuso i nuovi dati sull’economia sarda: l’occupazione cresce e tocca quota 58,6%, un punto e mezzo in più rispetto allo scorso anno. Numeri che fanno ben sperare, ma che raccontano solo una parte della storia.
L’assessora regionale del Lavoro, Desirè Manca, legge il dato come un segnale incoraggiante. “La Sardegna sta vivendo una fase di crescita concreta – dice – trainata dal turismo, dall’agroalimentare e dagli investimenti pubblici. È il risultato di politiche mirate e di un lavoro condiviso che sta creando occupazione stabile e formazione professionale.”
Per Manca, la chiave è tutta nella continuità: “Questi interventi sono un investimento sul domani, per i giovani e per il tessuto produttivo regionale. Solo con più lavoro di qualità potremo garantire una Sardegna più forte e giusta.”
Parole fiduciose, che descrivono una regione in movimento. Ma i conti non bastano da soli. Il lavoro cresce, sì, ma spesso resta precario, mal pagato e stagionale. I contratti a termine pesano ancora come macigni, e il turismo – motore principale della ripresa – continua a vivere di fiammate estive più che di programmazione.
Insomma, la curva dell’occupazione sale, ma non è ancora il momento di brindare. In Sardegna, il problema non è solo trovare un lavoro: è riuscire a tenerlo. E su questo, più che sui grafici della Banca d’Italia, si misurerà la tenuta vera della crescita.