Alghero: stop unanime al balzello sui voli, centrodestra in pressing sulla Regione. E il fronte del turismo si divide tra tassa d’imbarco e tassa di soggiorno

Una seduta consiliare, due tasse, un unico tema: i soldi che frenano il turismo. Da una parte il Consiglio comunale, che ha votato all’unanimità per chiedere la cancellazione dell’addizionale sui diritti d’imbarco. Dall’altra i sindaci del G20 Spiagge, che si oppongono invece al progetto del Governo di modificare la tassa di soggiorno. In mezzo, Alghero: che vuole volare più leggera, ma anche gestire con più chiarezza ciò che incassa.

L’aula consiliare ha approvato senza divisioni l’ordine del giorno presentato dai gruppi di centrodestra – primo firmatario Marco Tedde – per chiedere alla Regione di trattare con Roma l’abolizione integrale della tassa sui diritti d’imbarco. Una misura che grava su passeggeri e compagnie, ma di cui ai Comuni resta solo il nome. «Una tassa odiosa che toglie senza restituire», l’hanno definita i consiglieri di Forza Italia, Udc, Lega, Fratelli d’Italia e Prima Alghero.

I numeri circolano da mesi: secondo le stime, l’abolizione potrebbe portare allo scalo “Riviera del Corallo” fino a 600 mila passeggeri in più all’anno, solo da Ryanair. Un flusso che, se confermato, significherebbe più Iva, più lavoro e più turismo. L’esempio non è teorico: Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Calabria e Sicilia – tutte regioni governate dal centrodestra – hanno già cancellato l’addizionale, registrando un aumento del traffico e delle entrate.

Il Consiglio ha impegnato il sindaco Raimondo Cacciotto a sollecitare la presidente Alessandra Todde a muoversi subito con la Città Metropolitana di Sassari per ottenere lo stesso risultato. «Ora seguirà il confronto con la Regione e il Governo – hanno dichiarato i consiglieri Tedde, Caria, Peru, Bardino, Ansini, Salvatore, Pais, Cocco e Fadda – ma vigileremo affinché non resti una promessa. Serve una decisione entro il 2025».

Nel frattempo, a Milano, i ventiquattro Comuni del G20 Spiagge – tra cui anche Alghero – hanno bocciato la proposta del Governo di riformare la tassa di soggiorno. «Ogni Comune – hanno ribadito i sindaci – deve poter decidere come usare quei fondi, perché risponde ai cittadini che lo eleggono». È un braccio di ferro politico ma anche di principio: Roma vuole uniformare, i territori rivendicano autonomia.

Sul punto è intervenuto anche il sindaco di Alghero Raimondo Cacciotto, che si è detto preoccupato per l’ipotesi di modifica: «La tassa di soggiorno serve a migliorare i servizi, la qualità dell’accoglienza e la competitività. Ed è giusto che a gestirla siano i Comuni, insieme alle categorie produttive».

La linea del centrodestra locale, invece, è diversa: meno tasse, ma più trasparenza su come vengono spesi i soldi. Il circolo di Fratelli d’Italia Alghero ha ribadito la richiesta di rendere pubblici i dati sull’utilizzo del gettito e di coinvolgere direttamente le rappresentanze del comparto turistico. «La trasparenza non è solo combattere l’evasione – si legge nella nota – ma mostrare come ogni euro viene impiegato e quali benefici produce».

In sostanza, Alghero chiede di respirare: meno balzelli sui voli, più chiarezza sulle imposte turistiche. L’obiettivo è semplice, anche se l’Italia riesce sempre a renderlo complicato: attrarre visitatori, non respingerli con la burocrazia.
E se il turismo è davvero il “petrolio” della Sardegna, allora la prima cosa da fare è smettere di tassarlo come fosse un vizio.

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