Mentre si attende ancora la legge sul comparto unico, i dipendenti degli enti locali tornano in piazza. Stavolta davanti al Consiglio regionale della Sardegna, per chiedere una cosa semplice: pari lavoro, pari salario. Sinistra Italiana si schiera apertamente al loro fianco, definendo “giusta e necessaria” l’equiparazione degli stipendi con quelli dei lavoratori del sistema Regione.
Per il segretario regionale Eugenio Lai, la questione è di principio prima ancora che economica: «L’equiparazione degli stipendi rappresenta una misura di diritto e di civiltà, per ridare potere d’acquisto ai lavoratori, alle lavoratrici e alle loro famiglie e riconoscere il valore dell’equità e dell’uguaglianza cancellando la discriminazione tra lavoratori. Una legge è urgente e necessaria soprattutto per garantire la sopravvivenza dei piccoli comuni della Sardegna».
Il tema non è nuovo, ma resta irrisolto. I comuni più piccoli faticano a trattenere personale qualificato, attratto da retribuzioni migliori negli uffici regionali. Intanto, tra carte e scadenze, i municipi restano a corto di braccia.
La politica, ancora una volta, promette riforme. Ma il tempo passa, e i cittadini — quelli che ogni giorno bussano in Comune — non si pagano con le promesse.