Cinque mesi di silenzio, transenne e promesse. È quanto resta, oggi, del sopralluogo urgente disposto lo scorso aprile al cimitero comunale di Alghero, dopo che una donna era precipitata a causa del cedimento di una lastra nel campo n. 15. Da allora, l’area è rimasta interdetta, ma di lavori nemmeno l’ombra.
All’indomani di quella caduta – che fece scalpore e costrinse la Commissione consiliare, presieduta da Christian Mulas, a un sopralluogo straordinario con l’assessore alle manutenzioni Francesco Marinaro e il dirigente Giuliano Cosseddu – l’amministrazione aveva promesso interventi immediati di messa in sicurezza. L’architetto Cosseddu dispose perfino, con una nota ufficiale, il riempimento urgente delle buche con terra vegetale, affidando i lavori alla cooperativa Barbara B., responsabile del servizio cimiteriale. Era il 16 aprile 2025.
Oggi, cinque mesi dopo, la realtà è ben diversa da quella prospettata allora. Lo denuncia con fermezza Michele Pais, consigliere comunale della Lega, che parla di “condizione di grave pericolosità che non può più essere tollerata”.
«Quell’incidente – ricorda Pais – avrebbe dovuto comportare un intervento immediato di messa in sicurezza, ma a distanza di cinque mesi nulla è stato fatto, quantomeno di visibile e conosciuto. Solo transenne e nastri bianchi e rossi delimitano una grande zona ancora inaccessibile, senza che siano stati avviati lavori o adottate soluzioni concrete di limitazione del rischio. Una mera soluzione burocratica».
Il consigliere leghista sottolinea un aspetto umano che tocca il cuore della vicenda: «Nonostante il divieto, le persone – per lo più anziane – continuano ad accedere ugualmente all’area interdetta, come dimostrano i fiori freschi deposti sulle tombe. È la prova che il legame affettivo verso i propri cari defunti supera ogni paura, anche a rischio della propria incolumità».
Pais definisce la situazione “moralmente e amministrativamente grave”: «Tutti lo sanno, ma nessuno interviene. Il Comune sembra interessato unicamente a scaricare ogni responsabilità, lasciando che le persone si assumano il rischio, facendo leva sul sentimento di amore che le spinge comunque ad avvicinarsi alle tombe dei propri cari. È inaccettabile».
Il consigliere, che annuncia un’interrogazione consiliare e la convocazione immediata della commissione competente, insiste: «Non servono giustificazioni legate alla burocrazia o a problemi di bilancio. Quando si tratta di sicurezza delle persone, le risposte devono essere tempestive e concrete».
Sulla stessa linea, ma con toni ancor più duri, interviene Marco Tedde, consigliere nazionale e capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, che parla di “negligenza amministrativa” e di “promesse da marinaio”. «Eravamo convinti che la tragedia scampata nell’aprile di quest’anno avesse suonato la sveglia all’amministrazione Cacciotto – dichiara – ma a distanza di sei mesi nessuna manutenzione immediata e la messa in sicurezza, ossia l’impedimento all’accesso e al transito, permane. Una situazione di incuria e negligenza da condannare con fermezza».
Per Tedde, il problema non è soltanto tecnico ma morale: «Il cimitero non è solo uno spazio di sepoltura, ma il luogo in cui si conserva la memoria delle persone scomparse e di un’intera comunità. Impedire agli algheresi di visitare i propri cari defunti è uno schiaffo alle loro radici, alla loro storia e ai loro sentimenti».
Il consigliere forzista conclude con un impegno politico: «Assicuriamo il nostro sostegno verso finanziamenti e interventi che vedano al centro il cimitero cittadino e vadano verso obiettivi di civiltà».
Cinque mesi fa, le parole furono “urgenza”, “messa in sicurezza”, “riqualificazione”. Oggi, le parole sono “burocrazia”, “ritardo”, “inerzia”. Nel mezzo, le stesse transenne e lo stesso silenzio. Ad Alghero, anche i luoghi della memoria attendono giustizia a meno di un mese da Ognissanti.