La continuità territoriale non può limitarsi a collegare porti, ma deve garantire anche lavoro e dignità ai sardi. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato da Tore Piana, ex consigliere regionale e attivista del Partito Sardo d’Azione, che chiede alla Regione di intervenire con una norma precisa a tutela dei lavoratori isolani.
«È inaccettabile che sulle navi che operano in regime di continuità territoriale marittima tra la Sardegna e il continente — sovvenzionate con risorse pubbliche e quindi con i soldi dei sardi — l’equipaggio imbarcato sia composto quasi interamente da personale non sardo», denuncia Piana.
L’ex consigliere propone l’introduzione di una clausola obbligatoria nei prossimi bandi di gara: «La Regione Sardegna deve inserire nei futuri contratti una clausola che preveda l’assunzione di almeno il 50% di personale sardo sulle tratte da e per la nostra Isola. È una misura di buon senso e di rispetto verso i lavoratori e i marittimi sardi, che troppo spesso devono emigrare mentre sulle nostre linee pubbliche operano navi con equipaggi provenienti da altre regioni o addirittura dall’estero».
Una proposta che, nelle parole di Piana, tocca il cuore stesso del concetto di autonomia: «Questa norma è doverosa, anche se finora nessuno ci ha pensato. È ora che la Regione difenda non solo la continuità territoriale, ma anche la dignità e l’occupazione dei sardi».
Un richiamo forte, quello di Piana, che riporta la discussione sulla continuità marittima dentro la dimensione sociale e identitaria della Sardegna, dove la distanza dal continente non è solo geografica, ma anche economica e occupazionale.