Sanità, Tore Piana (Psd’Az): «Dopo 19 mesi Todde immobile, riforma ferma e sardi abbandonati»

Tore Piana, ex consigliere regionale e attivista del Psd’Az, punta il dito contro la presidente Alessandra Todde e la sua giunta: «A 19 mesi dalle elezioni regionali, la presidente Todde non ha ancora messo mano alla riforma della sanità. Questo silenzio e questa inerzia sono gravi e inaccettabili».

Per Piana la situazione è drammatica e quotidiana: «I sardi continuano a vivere ogni giorno sulla propria pelle il collasso del sistema sanitario: ospedali chiusi nei territori interni, reparti che sopravvivono senza medici né infermieri, pronto soccorso al collasso, liste d’attesa infinite che costringono migliaia di cittadini a rivolgersi al privato o a partire per il continente».

Le promesse della presidente, secondo l’esponente sardista, sono rimaste lettera morta: «Todde e la sua giunta avevano promesso una nuova sanità per i sardi, più vicina, più efficiente, più equa. Dopo 19 mesi non si vede nulla: nessuna legge quadro, nessuna riorganizzazione delle aziende sanitarie, nessun piano assunzioni serio. Solo annunci e tavoli, mentre i cittadini continuano a soffrire e i lavoratori della sanità vengono abbandonati».

Piana elenca i nodi irrisolti: la riforma regionale approvata ma impugnata dal Governo e quindi bloccata; ospedali e reparti lasciati senza personale; liste d’attesa che costringono al privato; il CUP unico regionale ancora sulla carta; bilanci delle Asl arretrati; promesse sui fondi non spesi rimaste vaghe; piano assunzioni mai attuato; telemedicina e ricerca con risultati minimi.

«In Sardegna serve coraggio e decisione – incalza Piana – riportare medici e reparti nei territori, garantire tempi certi per esami e visite, ridare dignità ai professionisti che oggi lavorano in condizioni impossibili, e soprattutto smetterla con i giochi politici sulla pelle dei sardi».

E conclude con una sentenza politica netta: «Se dopo 19 mesi non si è in grado di mettere mano alla riforma sanitaria, significa che manca la volontà politica. E chi non ha il coraggio di cambiare non può governare la Sardegna».

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