Hanno giurato due volte. La prima all’arruolamento, la seconda pochi giorni fa, a Firenze, nella Scuola Marescialli dei Carabinieri intitolata al maresciallo maggiore Felice Maritano, medaglia d’oro al valor militare. È prassi nelle Forze Armate: ogni passaggio di ruolo porta con sé un nuovo giuramento. Per i giovani allievi significa diventare marescialli, entrare a pieno titolo nel ruolo ispettori, quello che un tempo si chiamava dei sottufficiali.
La novità è che non resteranno più chiusi in aula fino alla fine del corso. Da quest’anno, l’ultimo anno di studi si fa sul campo: “training on the job”, come lo chiamano i manuali. Tradotto: nove mesi a fianco dei comandanti di stazione, a fare il mestiere vero. Denunce, pattuglie, piccoli paesi da conoscere e cittadini da ascoltare. Tre giorni di formazione universitaria online, tre giorni tra la gente.
In tutta Italia sono 750 i neo marescialli sparsi per le stazioni. In provincia di Nuoro ne sono arrivati tredici. Stamattina il colonnello Gennaro Cassese li ha accolti nella caserma Fois, sede del comando provinciale. Ha ricordato loro che la stazione non è un ufficio come un altro: è la presenza viva dello Stato nei territori, il punto a cui la gente si rivolge prima ancora che a qualsiasi altra istituzione.
I giovani marescialli sono stati destinati a Orosei, Budoni, Jerzu, Tonara, Dorgali, Baunei, Cardedu, Lanusei, Santa Maria Navarrese, Ottana, Macomer, Sorgono e Oliena. Tra tre mesi saranno sostituiti da altri colleghi, in un avvicendamento pensato per far conoscere ai futuri comandanti realtà diverse, dalla costa al centro dell’isola.
Per i cittadini del Nuorese significa qualcosa di concreto: più divise sul territorio, più pattuglie, più ascolto. Per i ragazzi appena arrivati, la prima lezione è chiara: il mestiere del carabiniere si impara vivendo accanto alla gente.