Diciotto marescialli allievi sono arrivati ieri al Comando provinciale dei Carabinieri di Sassari. Giovani, formati alla Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, completeranno il percorso “sul campo” nelle stazioni del territorio. Non è solo una rotazione di organici. È un’iniezione di energie fresche dentro l’istituzione che, più di ogni altra, resta legata alla vita quotidiana del paese.
Le stazioni, spesso presidio unico in paesi piccoli e isolati, sono il volto dell’Arma che la gente riconosce: la divisa che bussa di notte quando c’è un furto, la macchina che passa in strada a spegnere paure e chiacchiere. Ora avranno nuove forze, per i pattugliamenti, per la prevenzione dei reati, per proteggere anziani e fasce deboli. Una presenza discreta ma costante, che è anche rassicurazione.
Il Comandante provinciale, colonnello Antonio Maione, ha accolto i nuovi marescialli ricordando che la loro formazione continuerà in Sardegna, tra denunce, pattuglie e indagini, “training on the job” come dicono i manuali. In realtà è il vecchio mestiere del carabiniere: imparare la legge e applicarla tra la gente, dove contano anche lo sguardo e la parola.
Ai rinforzi si aggiungono i nuovi ufficiali: il tenente colonnello Nicola Pilia al Reparto territoriale di Olbia, il maggiore Francesco Capula alla Compagnia di Bono, il capitano Stefano Scurti alla Compagnia di Porto Torres, il tenente Niccolò Oresta al Nucleo operativo e radiomobile di Porto Torres. Una squadra rinnovata che prende in mano reparti strategici.
Per i cittadini non cambieranno forse i numeri delle statistiche, ma cambierà la percezione: più pattuglie sulle strade, più prossimità, più fiducia. In tempi in cui la politica discute di tutto, l’Arma resta ancorata a un principio semplice: esserci.