È una contraddizione che fa rumore. Mentre a Cagliari 77 mila famiglie si preparano a ricevere una riduzione della TARI del 10%, ad Alghero la tassa sui rifiuti aumenta. Un paradosso che Forza Italia non ha esitato a denunciare con forza.
«È veramente preoccupante. Mentre ad Alghero la TARI viene aumentata, Cagliari si appresta a ridurre la TARI del 10% a 70 mila famiglie», dichiarano i consiglieri azzurri Marco Tedde, Giovanna Caria, Antonello Peru, Pasqualina Bardino e Nina Ansini.
L'origine della disparità è chiara: i nove milioni di euro stanziati a favore di Cagliari dalla legge di stabilità regionale — approvata prima di Pasqua — iniziano a dare i primi risultati concreti. «Uno schiaffo ai comuni turistici, come Alghero, che alla stessa stregua di Cagliari per lunghi periodi deve gestire il servizio di gestione dei rifiuti per una quantità di persone di molto superiore ai residenti. Una sperequazione pesante», spiegano i consiglieri.
Il nodo centrale, però, è l’aumento di 550 mila euro previsto per Alghero. «La cosa più bizzarra è che l'aumento di 550 mila euro che graverà sui cittadini algheresi serve per pagare un nuovo servizio non ancora affidato», attaccano da Forza Italia. Una situazione che diventa ancora più grave, sostengono i consiglieri, se inserita in un contesto di «gestione del servizio di raccolta rifiuti troppo spesso scandaloso, con mezzi inadeguati e ormai obsoleti. Con le borgate abbandonate a loro stesse».
Non manca la critica diretta all’assessore Daga «assente nella seduta consiliare che ha aumentato le tariffe». A suscitare indignazione sono state le sue dichiarazioni, definite «propagandistiche», in cui si afferma che l’aumento sarebbe «quasi irrilevante» per i nuclei monocomponenti. «Dichiarazioni da antologia dell'intelligenza artificiale mal utilizzata», chiosano amaramente i consiglieri, con un’espressione che rimarca il paradosso tra comunicazione e realtà quotidiana.
Il Campo Largo, secondo Forza Italia, non fa distinzioni: «Sia ad Alghero che a Cagliari il Campo Largo mette le mani nelle tasche dei cittadini: ad Alghero per prendere i loro soldi; a Cagliari per inserire i soldi della Regione e, quindi, di tutti i sardi». Parole nette, che suonano come un avviso politico, ma anche come una fotografia amara di un territorio che, in piena stagione turistica, si trova a pagare un conto salato — non solo in bolletta.