Dopo la raffica di accuse arrivate dalle opposizioni, l’amministrazione Cacciotto risponde punto per punto.
«Tariffe in controtendenza per non incidere su famiglie e imprese», afferma l’assessore al Demanio e Patrimonio Enrico Daga, che lunedì ha illustrato in Consiglio comunale l’aggiornamento del piano economico finanziario (PEF) per il 2025 e le relative tariffe Tari.
Il piano, che prevede un aumento di 550 mila euro, è calcolato su nove mesi dell’attuale servizio e su tre mesi in previsione del nuovo appalto, con l’obiettivo di introdurre «sensibili miglioramenti e integrazioni dei servizi di pulizia e raccolta», previsti dal nuovo affidamento.
«Si è cercato di intervenire in maniera quasi irrilevante per alcune utenze domestiche – spiega Daga – ad esempio, nessun aumento per nuclei familiari monocomponenti, che rappresentano il 50% dei destinatari delle bollette domestiche, nei confronti dei quali c’è invece una riduzione. Si è operato quindi un incremento dello 0,6 per i nuclei con due componenti e 1,9 per i nuclei con tre componenti, livellando comunque le cifre ben al di sotto della percentuale dell’inflazione. Sono quindi risibili le critiche su una operazione contabile estremamente lineare che ridistribuisce il carico agevolando le fasce più deboli e senza appesantire nemmeno le utenze non domestiche».
Daga ricorda inoltre che «la precedente approvazione del PEF 2024 avvenne con un aumento pressoché simile di 500 mila euro, senza che però il Consiglio comunale approvasse le tariffe Tari. La delibera di approvazione delle tariffe avvenne infatti successivamente con la neo amministrazione Cacciotto, che si vide costretta ad intervenire con un aumento di circa il 5% sulla Tari».
Un passaggio che, secondo l’assessore, segna la differenza con il presente: «Grazie ad un lavoro impostato con gli uffici dei Servizi Finanziari e alla volontà di non incidere sulle famiglie e imprese, questa amministrazione è riuscita invece ad invertire la tendenza e a rendere praticamente indolore la compensazione dell’aumento del PEF 2025».
Una linea difensiva netta, che mira a spegnere le polemiche e a rassicurare cittadini e attività economiche. Ma il clima resta teso: lo scontro sulla Tari è ormai diventato un banco di prova politico, dove numeri e percentuali si intrecciano a visioni opposte sul futuro della città.