Una banda di launeddas e organetto ha dato il via stamattina, nell’umida calura di Osaka, alla settimana della Sardegna all’Expo 2025. Alle 10.30 ora italiana, tra bandiere e turisti in fila, l’assessore regionale al Turismo Franco Cuccureddu ha tagliato il nastro accanto al commissario generale del padiglione italiano, l’ambasciatore Mario Vattani. Una cerimonia sobria, resa solenne dal suono arcaico del Duo Fanta Folk, e accompagnata da parole che mirano a coniugare tradizione e futuro.
“Abbiamo voluto mostrare il presente e il passato del nostro Paese, proprio perché l’Italia è senza tempo: non è altro che il risultato dell’armonia tra presente e passato”, ha spiegato l’ambasciatore Vattani, che ha poi guidato Cuccureddu in un tour tra i tesori artistici del padiglione: opere originali di Michelangelo, Leonardo, Caravaggio e Tintoretto.
Non è solo il genio italiano a brillare in Giappone, ma anche la Sardegna, che nel cuore dell’Expo si racconta attraverso artigiani, artisti e visioni. “In una settimana cercheremo di raccontare con i nostri artigiani, i focus tematici, le performance degli artisti, la Sardegna che conserva le tradizioni, ma che allo stesso tempo guarda al futuro e alla modernità”, ha dichiarato Cuccureddu. Una narrazione che si fa programma: “Per il 27 giugno è in programma la conferenza stampa di presentazione della Sardegna ed in particolare della nostra offerta turistica, dove, assieme al mare ed alle spiagge, certificate come le più belle del mondo, si illustreranno altri prodotti turistici, fruibili in tutte le stagioni. Un focus particolare – conclude Cuccureddu – sarà dedicato all’albergo diffuso ed alle Blue Zone (aree geografiche in cui si registra una maggiore incidenza di centenari): la Sardegna è una delle cinque Blue Zone insieme a Okinawa, isola che andremo a visitare nei prossimi giorni proprio per stipulare un accordo di collaborazione”.
A confermare l’interesse internazionale per l’isola è arrivato anche il presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos Jr., tra i primi a visitare lo spazio espositivo sardo. È stato accolto dall’assessore e dalle pietre sonore di Pinuccio Sciola, suonate per l’occasione da Maria, Chiara e Tommaso, i figli dell’artista. Un gesto simbolico, tra estetica e memoria.
Il padiglione italiano è già tra i più affollati dell’intera esposizione universale: sei ore di attesa in media per entrare, aggravate dalla cappa d’umidità nipponica. Eppure, l’interesse non manca. Questa settimana, sotto gli occhi del mondo, la Sardegna prova a raccontarsi per quello che è: un’isola antica che vuole restare viva nel futuro.