Quando si parla di epidemie animali, troppo spesso si alzano le spalle, si cambia discorso, si butta tutto sotto il tappeto delle cose “che non toccano l’uomo”. Ma c’è un’Italia che con quegli animali ci campa, ci paga il mutuo e manda i figli a scuola. Il primo caso italiano di dermatite nodulare contagiosa dei bovini è stato confermato in Sardegna, e a dar voce all’urgenza è il deputato del Partito Democratico Silvio Lai, che ha portato la questione in Parlamento.
«Il primo caso italiano di dermatite nodulare contagiosa dei bovini, confermato in Sardegna, rappresenta un segnale d’allarme per l’intero comparto zootecnico nazionale», ha dichiarato Lai. «Una malattia virale non trasmissibile all’uomo, ma con gravi conseguenze economiche per gli allevatori: febbre, calo della produzione di latte, lesioni cutanee e, nei casi più gravi, la morte degli animali. Le ricadute sul commercio e sulla movimentazione del bestiame rischiano di essere devastanti, soprattutto in una regione insulare dove la zootecnia è spesso l’unico presidio economico nelle aree interne».
In una Sardegna che ancora deve leccarsi le ferite della lingua blu e delle altre calamità veterinarie, la dermatite nodulare si presenta con lo stesso volto spietato dell’isolamento economico. Un colpo basso a chi lavora ogni giorno in mezzo al fango, tra stalle e silenzi.
Lai non si accontenta della constatazione del danno. «Accogliamo con favore la convocazione urgente dell’Unità di crisi presso l’Assessorato regionale alla Sanità, ma occorre ora un’azione decisa e coordinata: delimitazione immediata delle aree interessate, rafforzamento dei controlli sanitari, piena trasparenza sull’origine del contagio e un piano nazionale di contenimento e indennizzo», ha detto. «Serve una strategia chiara che tuteli gli allevatori e prevenga la diffusione del virus nel resto d’Italia».
Poi l’appello al Governo, senza giri di parole: «Il Governo nazionale non può restare fermo: servono risorse straordinarie, sostegno diretto alle aziende zootecniche colpite, una campagna informativa capillare e controlli rigorosi sui flussi commerciali. È essenziale riferire in Parlamento sulle misure già adottate e su quelle ancora da mettere in campo. Non possiamo permettere che una crisi sanitaria come questa si trasformi in una nuova emergenza economica per la Sardegna».
La malattia non si trasmette all’uomo. Ma è proprio per questo che rischia di passare in secondo piano. E invece — come ammonisce Lai — è proprio lì che bisogna guardare, dove nessuno guarda, prima che sia troppo tardi.